Debiti a quota 1,5 miliardi La cura per il San Raffaele

Debiti maggiori del previsto e le previsioni non erano rosee. Per tentare di fronteggiarli arriva una donna, la bocconiana Maurizia Squinzi, nominata dal cda del San Raffaele direttore amministrazione e finanza. La manager, che proviene da Aedes, Rcs e Cir, sarà operativa a partire dal primo settembre. I consulenti Enrico Bondi e Renato Botti, assistiti dall’avvocato Franco Gianni, hanno quindici giorni di tempo per salvare il San Raffaele dal crack.
Acque ancora mosse all’ospedale creatura di don Verzé per il quale nei mesi scorsi è partito il piano di salvataggio che ha coinvolto anche il Vaticano. Ieri si è svolta la riunione del consiglio d’amministrazione, sotto la presidenza di don Luigi Verzé e con l’analisi accurata della relazione Deloitte, la società di consulenza che ha fotografato al 30 giugno la situazione della fondazione centro San Raffaele del Monte Tabor.
Ed ecco i risultati illustrati in una nota del cda: debiti a quota 1,5 miliardi e patrimonio netto negativo per 210 milioni. Per la precisione, le passività ammontano a 1,476 miliardi, di cui 431 milioni legati a leasing, factoring e alle garanzie concesse. Il patrimonio netto, come spiega il comunicato del cda, risulta negativo per 210 milioni, mentre nell’analisi precedente tale valore risultava invece positivo per 28 milioni.
Il risanamento comunque va avanti e la prossima riunione del cda è stata fissata per il 5 settembre. Il cda intanto ha nominato come nuovo direttore amministrazione e finanza la manager Maurizia Squinzi, già direttore generale di Kerself (gruppo del settore fotovoltaico), con un recente passato come direttore finanziario della società immobiliare Aedes spa e in precedenza di Rcs Mediagroup spa e di Seat Pagine Gialle spa. Nel lungo curriculum della Squinzi anche esperienze lavorative in Montedison, oltre che in Olivetti e Cir.
La Squinzi sostituisce Mario Valsecchi, che si è dimesso nei primi giorni di agosto a seguito di un’inchiesta della Procura che lo vede indagato per falso in bilancio e false scritture contabili. Nei giorni scorsi ai problemi economici e alla triste vicenda del suicidio dell’ex vicepresidente Mario Cal, si è aggiunta la lettera con cui don Luigi Verzé, fondatore e presidente della Fondazione, lamentava di essere stata escluso dalle decisioni sul futuro dell’ospedale.
Il board ha un ordine del giorno praticamente obbligato per la riunione del 5 settembre prossimo e cioè «una prima analisi delle linee guida del progetto di risanamento, con l’obiettivo di definire nei tempi previsti una soluzione tecnica che consenta di marcare la necessaria discontinuità gestionale, pur garantendo la continuità dello spirito della fondazione».

Insomma, si cerca una soluzione in grado di tutelare sia don Verzé che il nuovo cda. I tempi sono stretti: la Procura ha chiesto di avere un piano di salvataggio pronto entro il 15 settembre per evitare il fallimento del San Raffaele.

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