Debuttanti al ballo vivono per una sera come Cenerentola

Sfilata in piazza Matteotti e galà al Ducale. Con qualche «infiltrato»

Debuttanti al ballo vivono per una sera come Cenerentola

Comincia con una passerella in piazza Matteotti la 19ª edizione del Gran Galà delle Diciottenni che si è svolta al Ducale sabato scorso. Dopo una difficoltosa gestione dell'accalorato pubblico che invadeva la passerella di velluto lungo la scalinata di Palazzo Ducale, il gruppo storico «Limes Vitae» ha rievocato un passato in cui la danza era un atteso, magico momento di incontro e di corteggiamento. Poi le coppie hanno sfilato per una simbolica presentazione delle debuttanti alla città, prima di dare inizio alla festa nel Salone del Maggior Consiglio. Dalle Accademie di Modena, Bergamo e Livorno sono sbarcati qui 140 cadetti per accompagnare altrettante giovani genovesi nel loro debutto in società (ad altre 30 fortunate è stato permesso il fidanzato, purché capace di due passi di walzer). Sfilando, i loro sorrisi sono un po' smarriti, molto più maliziosi quelli delle fanciulle che cercano orgogliose gli occhi di amici e parenti. Un saluto alla città e poi tutti a palazzo, dove i preparativi si fanno frementi.
In un viavai di abiti candidi e vaporosi e smoking freschi di giovinezza, le emozioni si lasciano leggere e se in quasi tutti i cadetti traspare una sottile seriosità, le fanciulle civettano o si mostrano altezzose. Certo, loro hanno mamma e papà a coprirle di sguardi fieri, mentre i ragazzi hanno i superiori che con le loro stellette rammentano loro alti valori. Malvolentieri svelano i loro nomi, ma molti cadetti dimostrano di sentire profondamente questo momento: «Adesso non ci rendiamo conto del valore di questo evento, prendiamo la serata come un piacevole dovere, ma un giorno lo ricorderemo e lo racconteremo ai nostri figli». Uno dei cavalieri più «attempati» (sfiorerà i 25 anni sì e no, ma ha tutto il piglio dell'uomo che non deve chiedere mai) si lascia andare a considerazioni che, accanto al brulicare della festa, suonano strane, ma rassicuranti: «in momenti come questi è la tradizione ad essere padrona. Questo ballo rappresenta un'iniziazione personale, che ora si vive alla leggera ma col tempo acquisterà il suo significato». La sala sfavillante di luci e fiori è pronta per ospitare le coppie danzanti, non prima di aver dedicato un pensiero a chi, fuori dalla festa, ha bisogno d'aiuto: il ricavato della manifestazione sarà come sempre devoluto al Fondo Tumori e Leucemie del Bambino, che sostiene la IV Divisione di Pediatria, Ematologia - Oncologia dell'Istituto Gaslini. È la dottoressa Luisa Massimo a ringraziare sentitamente gli organizzatori del ballo: «Proprio quest'anno il Fondo compie 40 anni, e senza il contributo di questo evento che si ripete da 19 anni, molti traguardi non sarebbero stati possibili». Un ricordo affettuoso vola a Duilio Piastrelli, «padrino» della festa che venendo a mancare l'autunno scorso ha passato il testimone ai figli Paola e Andrea.
A rompere il ghiaccio con i primi passi di danza sono i ballerini Laura Danieli e Arturo Morelli, che volteggiano sulle note del Danubio Blu e invitano le coppie a seguirli. Il ballo ha inizio e l'atmosfera si fa solenne, a passi di danza 174 ragazze e 174 ragazzi… «stanno diventando grandi». Ma non è necessario essere cadetti per essere maestri di corteggiamento e lo dimostra Enzo, tenace e pronto a tutto pur di fare una sorpresa alla sua debuttante… che stasera ballerà con un altro. «Ma l'ho visto, il suo cadetto… per fortuna è brutto». Mentre nei saloni ci si scatena con balli e libagioni, di qua dall'ingresso c'è qualcuno che patisce, e si ingegna. Non ha le carte in regola per entrare al ballo ma i suoi giovani occhi struggenti d'amore inteneriscono il cuore dell'usciere, che permette a lui e all'amico Andrea di entrare a dare una sbirciata.

Che però dura poco: i maglioncini sdruciti hanno attirato l'attenzione di alcuni inservienti che li riportano fuori. Dopo neanche un'ora i due eroi, trafelati ma soddisfatti, ricompaiono armati di smoking con tanto di farfallino. «Visto? Ce l'abbiamo fatta!».

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