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Decadenza, Alfano rilancia: "Rimarremo al governo anche se Berlusconi decade"

Alla riunione coi "governativi", il vicepremier manifesta apprezzamento per la nota del Cav. Ma attacca: "Nel Pdl c'è chi non vuole l'unità"

Decadenza, Alfano rilancia: "Rimarremo al governo anche se Berlusconi decade"

"Questa sera qui riuniti ci sono deputati e senatori berlusconiani che rivendicano il merito, il 2 ottobre scorso, di avere orientato il partito verso la scelta giusta. Noi siamo amici del presidente Berlusconi e autenticamente vicini a lui, legati da storici vincoli di amicizia". Il vicepremier Angelino Alfano apre la riunione degli "innovatori", i cosiddetti filo governativi che all'interno del Pdl portano avanti la linea delle larghe intese e del sostegno a oltranza al premier Enrico Letta: "C’è una parte, direi visibile, del partito che vuole far cadere il governo". Alfano, invece, è determinato a tenerlo in vita anche se il 27 novembre il Senato dovesse votare la decadenza di Berlusconi.

Il vicepremier ha convocato i "suoi" parlamentari e i ministri pidiellini per fare il punto della situazione alla luce del colloquio di ieri sera ad Arcore con Silvio Berlusconi. Al summit ci sono per il governo Gaetano Quagliariello, Nunzia De Girolano, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi. Tra gli altri anche il governatore calabrese Giuseppe Scopelliti. "Noi siamo amici del presidente Berlusconi e autenticamente vicini a lui - ha spiegato Alfano ai presenti - siamo legati a Berlusconi da storici vincoli di amicizia e politici". A poche ore dalla pubblicazione della nota in cui il Cavaliere chiedeva a lealisti e governativi di deporre le armi e collaborare per "un forte, unito e compatto movimento dei moderati", Alfano ha risposto ribadendo che i governativi sono "fino all’ultimo" per l’unità del partito. "Ma ogni volta che con il nostro impegno e i nostri sforzi arriviamo vicini all’unità, a un riavvicinamento sulla linea politica per il bene del Paese - ha lamentato - c’è qualcuno che non vuole l’unità, come dimostra l’alluvione delle dichiarazioni di oggi". A detta del vicepremier, nell'ultimo periodo lo sforzo per assicurare l’unità nel partito è stato, da parte sua, "inesausto".

Nel corso della riunione Alfano ha ribadito più volte la centralità della fiducia accordata da Berlusconi a Letta. Fiducia che, a detta del vicepremier, deve essere riconfermata anche nei mesi a venire. Negli ultimi giorni, in realtà, una buona fetta del partito aveva alzato la voce sia per le misure contenute nella legge di Stabilità sia per la decisione del Pd di votare a favore alla decadenza del Cavaliere da senatore. L'accelerata data oggi fissando il giorno del voto a Palazzo Madama il 27 novembre ha dato un ulteriore colpo. Tanto che il lealista Raffaele Fitto è arrivato a chiedersi: "Come possiamo continuare ad essere al governo col Pd?". La stessa domanda se l'erano posta molti parlamentari nei giorni scorsi dopo che uno studio della Cgia di Mestre aveva dimostrato che la manovra si sarebbe tradotta con 1,1 miliardo di tasse in più da pagare nel 2014. Insomma, le fibrillazioni non mancano. Tuttavia, a detta di Alfano, Berlusconi gli avrebbe garantito "un sostegno leale" all'esecutivo "nell’interesse degli italiani". Ad ogni modo, Alfano ha assicurato che i ministri pidiellini si stanno impegnando per migliorarne i contenuti. "Nessuna legge di Stabilità ha mai avuto un’uscita liscia e la storia parlamentare ce lo insegna - ha continuato - le leggi di Stabilità si migliorano e si approvano". E qui l'auspicio: "L’approvazione sarà il punto di sintesi possibile con il contributo dell’intero partito". Il vero spartiacque sarà tuttavia il 27 novembre, quando il Senato sarà chiamato a votare sulla decadenza di Berlusconi da senatore.

"Un governo deve andare avanti per il bene del Paese - ha spiegato Alfano - dunque non è in discussione il sostegno anche nel caso in cui il 27 novembre venisse dato il via libera alla decadenza di Berlusconi".

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