«Decreto entro il 2 dicembre o niente Expo»

«Time is running out». Il tempo sta per scadere, avverte il presidente del Bie, Jean-Pierre Lafon. Se non arriva in fretta il decreto Expo, Milano rischia di perdere l’evento. Quando ha vinto contro Smirne mancavano sette anni al 2015, «ora sono diventati sei e mezzo e si deve partire con urgenza a realizzare le infrastrutture». Il cartellino giallo verrà alzato il 31 ottobre, se il sindaco Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni si presenteranno al Comitato esecutivo del Bureau international des exposition a Parigi a mani vuote. Cioè, senza poter dare certezze sulla governance della società che gestirà l’evento. Ma l’ultimatum vero è il 2 dicembre, quando si riunirà l’assemblea dei 154 Paesi membri del Bie: e se neanche per allora il presidente del consiglio Silvio Berlusconi avrà firmato il decreto (dpcm), «ci sarà un problema», ammette Lafon. È già accaduto in passato che Paesi vincitori abbiano dovuto cedere ad altri l’organizzazione, l’ultimo caso la città francese di Dugny che nel 2004 rinunciò per problemi finanziari. L’Expo «è un grande sfida per l’Italia, come l’organizzazione delle Olimpiadi, e il dpcm è urgente - insiste Lafon, ieri a Milano accanto al sindaco per la chiusura del Festival dell’alimentazione -. Per questo il segretario del Bie ha chiesto un incontro entro fine mese a Berlusconi e al ministro degli Esteri Frattini, aspettiamo risposte». Comune e Regione, insiste il sindaco, stanno già lavorando «così quando ci sarà il decreto partiremo a 1000 all’ora». Cita le delibere in consiglio per usare subito l’area della sede, il Tavolo per le infrastrutture già convocato da Formigoni il 30 ottobre, lo studio di fattibilità della Città del gusto, gli accordi già stretti con circa 40 città italiane per progetti ed eventi da realizzare in concomitanza con l’evento.
Non ci sta, la Moratti, ad assumersi le responsabilità sui ritardi del decreto: «Mi auguro arrivi presto, c’è una richiesta reiterata del Bie per un incontro e sono certa che Berlusconi risponderà». Come istituzioni locali, ribadisce, «avevamo formulato il 5 agosto una proposta condivisa al governo. Non pensavamo che andasse incontro alle criticità evidenziate dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, su un decreto peraltro già firmato dal premier. Da allora non abbiamo più avuto risposte». Si sfila il presidente della Provincia Filippo Penati: «Fino a ieri facevo pressioni per la governance, pensavo che il tempo fosse già scaduto e invece ne abbiamo fino al 2 dicembre - ironizza -. Ma a Milano non c’è solo Expo, dobbiamo provvedere alle nuove emergenze, la crisi che pesa su famiglie e imprese».

Con Roma rapporti tesi anche sul fronte aeroporti: due giorni fa il governo ha posto la fiducia sul decreto legge Alitalia facendo saltare anche l’emendamento che avrebbe garantito la liberalizzazione dei diritti di volo per Malpensa e Linate. In serata «con un telegramma io, Formigoni e Penati abbiamo chiesto al premier un incontro urgente», riferisce la Moratti. Ma Berlusconi sarà in missione in Cina da oggi a domenica. Tutto rimandato.

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