Roma - Primo via libera per il decreto che riforma in parte il sistema universitario e riscrive le norme per l’accesso al diritto allo studio. Il provvedimento, messo a punto dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ha incassato il sì, per alzata di mano, dell’assemblea del Senato e ora dovrà passare al vagloi di Montecitorio. Tante le novità introdotte, alcune anche su proposta dell’opposizione, che tuttavia ha mantenuto la sua contrarietà al provvedimento (l’Udc non ha partecipato al voto).
Trasparenza e qualità Una rivoluzione all’insegna della "trasparenza" e della "qualità" per la titolare dell’Istruzione, che ieri ha assistito a parte del dibattito a Palazzo Madama. Ma Pd e Idv attaccano: è una "leggina" che non risolve la necessità di una vera riforma.
I punti chiave Il blocco del turn over per le università in rosso e la deroga parziale per gli atenei virtuosi (con obbligo di assunzione di giovani ricercatori in una quota non inferiore al 60%). Cambia poi la prassi concorsuale: da oggi, 4 dei cinque componenti della commissione verranno sceklti con un sorteggio. Un sistema che non sanerà completamente il sistema malato dei concorsi, ammette Gelmini, ma che serve oper superare "la piaga di una prassi ormai insostenibile".
Norme "anti-baroni" Diverse le novità introdotte anche in sede di esame in commissione, a cominciare dalle norme "anti-baroni" contenute in un pacchetto messo a punto dal relatore, Giuseppe Valditara, Pdl: per qualsiasi avanzamento di carriera o scatto di stipendio, così come per accedere ai fondi del Prin, bisognerà certificare (attraverso un’apposita anagrafe) di aver svolto attività di ricerca.
Contro la fuga dei cervelli Sono stati predisposti alcuni strumenti per cercare di arginare la fuga di "cervelli": le università potranno occupare posti in organico chiamando direttamente studiosi dall’estero. In generale, sottolinea la maggioranza, il decreto aumenta le risorse per le università, distribuendole per la prima volta tenendo conto di criteri quali merito, qualità ed efficienza. In particolare, saranno distribuiti 65 milioni di euro, per il 2009, per la realizzazione e la manutenzione delle residenza universitarie, mentre 135 milioni andranno al Fondo per le borse di studio. "Si tratta - spiega il ministro - dell’incremento di risorse più forte di sempre. Mi sembra la migliore risposta a chi in buona o in mala fede ha dichiarato che la legge 133 tagliava i fondi per il diritto allo studio".
La compattezza del Pdl Soddisfatta la maggioranza con Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, che non manca di sottolineare la "compattezza" della maggioranza: "A sinistra marciano sconfitti, mentre noi siamo maggioranza nel Paese, nel Parlam,ento e tra gli studenti". Plaude anche la Lega nord: "È un provvedimento importante, che vuole aiutare i ricercatori, aumenta i fondi per le borse di studio, responsabilizza i rettori per evitare sprechi e penalizza chi ha usato l’università ai suoi fini", osserva il capogruppo Federico Bricolo.
Non fa sconti l’opposizione La minoranza in parlamento rilancia la necessità di una vera riforma del sistema: "Il decreto è sbagliato nel metodo e nel merito e il nostro giudizio non può cambiare solo perché fortunatamente siamo riusciti a far approvare qualche nostro emendamento", tuona Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a Palazzo Madama, che sottolinea: "La sostanza è che questo governo ha tagliato con la Finanziaria 1 miliardo e mezzo all’università, come gli studenti hanno capito benissimo. È una verità che le dichiarazioni di Quagliarello e Gasparri non possono cambiare".
Il ministro ombra del Pd Per il ministro ombra dell’istruzione del Pd, Garavaglia, si tratta di "una toppa peggiore del buco". Un "pannicello caldo", secondo il capogruppo centrista Ginpiero D’Alia, che col suo gruppo non ha partecipato al voto in Senato. Il dl "è tutto eccetto che una riforma", osserva il senatore dell’IdV Francesco Pancho Pardi, docente di Urbanistica all’Università di Firenze.
Niente corteo Intanto si apprende che è sfumato il progetto di un corteo degli studenti davanti al ministero dell’Istruzione.
La manifestazione, prevista per oggi, si è trasformato infatti in una protesta interna ai muri dell’università la Sapienza. Un migliaio di giovani dei collettivi sono così riusciti a "rovinare" la festa al neorettore Luigi Frati, impegnato nella cerimonia dell’inaugurazione dell’anno accademico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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