È dedicato a Mozart il «debutto» di Quirino Conti

Una prima assoluta chiude il 2007 al teatro Nazionale. È un debutto, quello di martedì per La maschera di Pùnkitititi, su cui si sono accesi i riflettori: è uno spettacolo con una trama in cui si intrecciano vizi, sentimenti, ombre ed è stata definita la prima opera che tratta esplicitamente il tema dell’omosessualità; in più segna l’esordio nella lirica per il compositore Marco Taralli, e il passaggio alla regia per Quirino Conti che firma anche il libretto (insieme a Marco Ravasini), le scene e i costumi. «L’idea di questo lavoro - chiarisce il maestro Taralli - nasce più di due anni fa dalla volontà di celebrare l’anno mozartiano. Il nome stesso dell'opera si rifà a un soprannome che Mozart si diede da giovane». L’opera ha un impianto lirico tradizionale, è in 3 atti ma durante la rappresentazione il secondo e il terzo saranno uniti da un intermezzo musicale. L’ambientazione è in un paese del nord Europa durante gli anni Venti e la vicenda si snoda nel laboratorio di un museo delle cere dove Volfango (Paolo Coni) vuole realizzare una cera del compositore di Salisburgo. Il direttore del laboratorio però, impone la ricostruzione della statua di Wagner.

In questo contrasto si inseriscono passioni, segreti, ombre, equivoci e ambiguità e si scopre che il modellatore Morel (nome di citazione proustiana) offre i suoi favori a Monsieur Lardoux. Lo spettacolo ha anche una postilla: alla fine i 3 fanciulli del Flauto magico arrivano in scena per fare la morale.

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