Deferimenti, il day after del tifoso laziale: «Finché non c’è la sentenza c’è speranza»

Pato e Alberto Mandolesi difendono i cugini: «È la squadra che alla fine ci rimette di più, Juventus e Fiorentina l’hanno fatta più grossa»

Jacopo Granzotto

Quando l’inferno è solo un’ipotesi l’ottimismo è ben accetto. La possibile penalizzazione della Lazio nel prossimo campionato di calcio non sembra turbare, per ora, il sonno del tifoso, quello doc che ai mondiali criptati antepone radiomercato e la gita al mare. D’altronde siamo appena ai deferimenti, tocca attendere le sentenze di fine luglio. Ciò rende l’animo tutto sommato sereno. E poi di carne al fuoco ce n’è fin troppa: l’Italia cinico-cannavaresca agli ottavi contro Hiddink, le quattro giornate di De Rossi, Totti che non azzecca un passaggio che uno mentre ciccio Ronaldo fa sfracelli. E appunto il destino dei biancazzurri che rischiano la B, per qualcuno una fine già scritta. «Tanto già sapremo di che morte dovemo morì, che te danni a fà...», commenta Gianni Elsner dai 98,1 di RadioSei rivolto al suo inviato sulle tracce dell’avvocato di Lotito.
Come molti conduttori, anche Marco Bottieri dai microfoni di Power Station ieri mattina ha aperto le dirette con gli ascoltatori, il termometro della situazione. Ebbene, per 99 tifosi su 100: «Finché non c’è sentenza c’è speranza». E per fugare ogni dubbio: «A pagare dovrà essere solo Lotito, che c’entra la squadra?». Peggio ancora: «Quello dovrebbero interdirlo...».
Alla radio serpeggia imperterrita la nostalgia canaglia, anzi Chinaglia, cuore biancazzurro. «Lui volemo, Giorgio è l’unico che ci può tirare fuori da questa situazione, diteglielo».
Deferimenti, penalizzazioni, serie B/C: tutta roba tosta, forse troppo, in città una buona fetta dell’altra sponda calcistica si sente solidale. Anche perché l’odio atavico per la Juve che tutto muove è tale che perfino due cugini eccellenti come gli opinionisti notturni di Supernova, Alberto Mandolesi e Pato, decidono di scendere in campo in difesa dei biancazzurri tartassati. «La Lazio è la squadra che ci rimette di più - dicono i due amici- le altre tre l’hanno fatto molto più grossa, non c’è paragone, speriamo che il giudizio sia proporzionato».
Immancabile il parere dei politici. Apre il diessino Foschi, vicepresidente della commissione Sport della Regione lazio secondo il quale: «È storicamente, economicamente e obiettivamente errato porre sullo stesso piano, Lazio e Juventus. È la storia del calcio italiano e il differente peso economico che hanno le due società a raccontarlo. Spero solamente che la Lazio possa dimostrare tutta la sua estraneità. Ma se così non fosse sarebbe inaccettabie un verdetto che dica che la Juventus e la Lazio abbiano avuto la stessa responsabilità nel costruire questo vergognoso sistema di affari e corruzione».
Sulla stessa lunghezza d’onda il romanista Veltroni: «Da quanto è emerso fino a questo momento mi pare che la posizione della Lazio non possa essere paragonata a quella di altre squadre coinvolte in maniera più grave in questa inchiesta.

Auspico comunque che la società possa fugare ogni dubbio e dimostrare la sua estraneità rispetto agli illeciti che le vengono contestati».
Nel frattempo Gian Michele Gentile, il legale di Lotito, affila le armi in vista della difesa e l’arbitro De Santis dichiara guerra al Milan: l’inferno è ancora sulla carta. Chissà.

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