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Deficit, l'Ecofin chiude la procedura sull'Italia

Dopo 3 anni l’Italia esce dalla procedura per deficit eccessivo. Ma il Paese non potrà abbassare la guardia. Per quest’anno e il prossimo vi sarà un "peggioramento" che "deve essere visto come contrario al bisogno di progredire verso gli obiettivi di medio termine"

Deficit, l'Ecofin chiude la procedura sull'Italia

Lussemburgo - Dopo 3 anni l’Italia è finalmente uscita dalla procedura per deficit eccessivo. È quanto ha deciso il consiglio Ecofin, riunito a Lussemburgo, seguendo la raccomandazione della Commissione europea. "Secondo il Consiglio, il disavanzo eccessivo dell’Italia è stato corretto e la procedura deve essere quindi abrogata", si legge nella decisione.

I conti pubblici italiani Il deficit pubblico dopo essere salito dal 3,5% del 2004 al 4,2% del pil nel 2005, è stato ridotto al 3,4% del pil nel 2006 e poi all’1,9% nel 2007, ossia al di sotto del valore di riferimento del 3%. Al netto dell’impatto delle misure una tantum, il deficit del 2007 sarebbe dell’1,7%, rispetto all’obiettivo del 2,8% fissato nel programma di stabilità aggiornato del dicembre 2006. I ministri Ue ritengono che il deficit sia stato portato sotto il 3% in modo "credibile e sostenibile". Nella decisione del consiglio si legge che "l’aggiustamento è stato guidato principalmente da un aumento delle entrate fiscali permanenti nel periodo 2006-2007, ben superiore alle aspettative. È stato soprattutto grazie ad un’efficacia superiore al previsto delle misure adottate e ad una crescita economica più alta del previsto. Dopo un peggioramento di un quarto di punto percentuale del pil nel 2005, la bilancia strutturale è migliorata di 1,75 e di 1,25 punti percentuali nel 2006 e nel 2007, rispettivamente".

Un 2008 in ribasso L’Italia non potrà abbassare la guardia. Per quest’anno e il prossimo vi sarà un "peggioramento" che "deve essere visto come contrario al bisogno di progredire verso gli obiettivi di medio termine, che per l’Italia è una posizione equilibrata in termini strutturali". "Per il 2008 le previsioni di primavera - prosegue il testo - prevedono un aumento del deficit del 2,3% del pil, compreso 0,1% di misure una tantum derivanti dalla vendita di immobili. Il previsto peggioramento del rapporto deficit-Pil sarà dovuto innanzitutto a un aumento della quota di spesa primaria corrente e da un calo delle tasse. Questo verrà in parte controbilanciato da un calo annunciato della spesa in conto capitale, che riflette gli aumenti della spesa una tantum nel 2007. Anche se le proiezioni di un deficit al 2,3% sono solo leggermente al di sopra del 2,2% indicato nel programma di stabilità del novembre 2007, l’ultimo è stato indicato usando una stima di deficit 2007 molto più alta del deficit definitivo.

Per il 2009 le previsioni di primavera indicano, a politiche invariate, un deficit al 2,4% del pil".

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