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Delitto dell'Olgiata, il pm ascolta Pietro Mattei. Il filippino in cella prega

Domani mattina l'udienza di convalida del fermo del domestico accusato di aver ucciso nel '91 la contessa Alberica Filo della Torre. Ascoltato il Procura il marito della vittima per ricostruire i momenti della mattina in cui la nobildonna venne trovata morta

Prega in cella Manuel Winston, in attesa dell'interrogatorio di garanzia che si terrà domani nel carcere di Regina Coeli. È in isolamento, non parla, legge la Bibbia e aspetta di sapere se il gip convaliderà il fermo disposto martedì dalla Procura di Roma per il delitto della contessa Alberica Filo Della Torre, uccisa nella sua villa all'Olgiata il 10 luglio del '91. Oggi, per ricostruire i rapporti che 20 anni fa legavano il domestico filippino fermato con l'accusa di omicidio volontario alla famiglia della nobildonna, è stato interrogato come persona informata sui fatti Pietro Mattei, il marito della vittima. Il pm Francesca Loy lo aveva già ascoltato dopo la sua richiesta di riaprire le indagini sull'omicidio. Ora ha voluto ricostruito con lui ogni istante della mattina in cui la contessa venne trovata morta nella sua camera da letto. L'esame del dna effettuato sul lenzuolo con cui la Filo della Torre è stata strangolata dopo essere stata colpita con uno zoccolo non lascia spazio a dubbi: una delle macchie di sangue analizzate dai carabinieri del Ris appartiene con certezza a Winston. Ma ci sono da chiarire altri aspetti, soprattutto riguardo al movente. E il contributo di Mattei può essere importante, soprattutto in vista dell'udienza di convalida, per confermare quanto già a conoscenza degli inquirenti. Tra le altre cose il fatto che il filippino conoscesse la combinazione della porta di accesso del garage e avesse le chiavi del cancello.
Le indagini hanno accertato che tra la contessa e il domestico non correva buon sangue. Lui chiedeva sempre anticipi e aveva accumulato un debito di un milione e mezzo di lire. Anche per questo, nell'aprile del '91, cioè tre mesi prima del delitto, la nobildonna lo aveva licenziato, anche se fino a giugno l'uomo era stato chiamato di tanto in tanto per svolgere alcuni lavoretti nella villa. Nel decreto di fermo i magistrati citano i nomi di alcuni testimoni che, all'epoca dei fatti, parlarono del rapporto difficile tra la contessa e Winston. La baby sitter inglese raccontò che Alberica Filo della Torre si lamentava per la «scarsa attitudine al lavoro del filippino». La ragazza «non assistette mai a richieste di denaro, ma sapeva che l'uomo lavorava in villa per ripianare un debito».

Un'amica della contessa riferì che Winston fu allontanato perché «beveva, non piaceva ad Alberica e non gli dava alcuna fiducia».

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