Delitto inglese senza il giallo

da Berlino

Jamie Bell, ragazzino con vocazione di ballerino classico di Billy Elliott, è cresciuto tanto da essere arruolato nella spedizione di King Kong, poi coi marines in Flags of our Fathers. In questo Festival di Berlino è tornato diciassettenne per interpretare Hallam Foe nel film omonimo di David Mackenzie, tratto dal romanzo di Peter Jinks. Orfano di madre, Hallam è convinto che lei sia stato uccisa da colei che è ora sua matrigna (Claire Forlani). Perciò lascia casa (un maniero lacustre) per Edimburgo e lavora come sguattero e facchino in un albergo. Guardone, spia un'impiegata (Sophia Miles) che somiglia alla madre, la quale ha una tresca col direttore (Jamie Sivies), finisce a letto con lei... Hallam Foe non è un giallo.

Il presunto delitto è solo il pretesto per lasciare casa, scoprendo la durezza del lavoro. Film da fine festival, senza ambizioni, Hallam Foe non ha la forza drammatica di Asylum, con cui Mackenzie era in concorso nel 2004, e col quale sì avrebbe meritato qualcosa.

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