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Delitto perfetto: dopo un mese il killer di Tatiana è un fantasma

UdineI carabinieri del Ris tornano a Manzano con le loro «magiche» valigette per cercare di smentire le teoria del delitto perfetto. È passato un mese da quando Tatiana Tulissi, 37 anni, bionda compagna dell’imprenditore Paolo Calligaris, è stata ammazzata con quattro colpi di pistola vicino alla legnaia della villa in cui la coppia viveva. Dopo aver conseguito risultati negativi da tutti i rilievi eseguiti nei momenti immediatamente successivi al delitto, quelli del Ris sono tornati e hanno setacciato per ore la villa riuscendo, con una tecnologia particolare, a tirar fuori un’impronta nuova di zecca sull’auto della donna. Ora prenderanno la mappa di quel polpastrello e l’andranno a verificare con tutte le altre tracce a disposizione. La convinzione, o forse la speranza, è che si tratti dell’impronta lasciata dall’assassino.
Sempre che si tratti di un unico assassino, perché resta in piedi la possibilità che ad agire siano stati in due. Una deduzione, questa, resa plausibile dalla strana scia delle macchie di sangue: il tracciato dimostrerebbe che prima la donna ha corso verso l’esterno, per poi voltare improvvisamente verso la porta di casa, come se si fosse trovata di fronte un’altra persona.
Comunque, gli elementi per risalire all’assassino o agli assassini restano pochissimi. E poi resta un assoluto mistero anche il movente: chi e perché avrebbe voluto la morte di Tatiana Tulissi? Un maniaco, una sorta di serial killer? Un rapinatore scoperto mentre cercava di entrare in casa? Un innamorato respinto? Un familiare?
Il primo a essere indagato, e immediatamente scagionato, è stato proprio il compagno, Paolo Calligaris, colui che ha trovato il corpo della compagna senza vita. Le insignificanti tracce di residui di sparo trovate sui suoi abiti sono compatibili col contatto avuto con la vittima. Nessuna evidenza, invece, per il figlio di 17 anni, avuto dalla prima moglie, di Calligaris, arrivato sul luogo del delitto poco dopo. Più probabile, invece, almeno dal primo screening delle tracce, è che si sia trattato di un’aggressione casuale, magari a opera di un folle o di un ladro. A questo proposito gli inquirenti hanno confrontato il caso di Manzano con due episodi verificatisi a Cividale e a Tricesimo, sempre in Friuli. In quei casi a colpire era stato un rapinatore solitario, armato di pistola, ma la differenza non da poco è che non era stato sparato alcun colpo.
Intanto sia nella famiglia Calligaris, una potenza nel settore della produzione di sedie, che in quella dei Tulissi, pure imprenditori del mobile, il dolore è forte e la riservatezza è assoluta. Sperano che questa ultima traccia rilevata dai Ris aiuti ad arrivare a una soluzione che, più il tempo passa, più diventa complicata. E, come in ogni giallo insolubile che si rispetti, anche a Manzano è spuntata una medium in grado - ha detto lei ai carabinieri - di «sentire» qualcosa di particolare.

Un po’ poco per essere d’aiuto ai Ris, che con la scienza hanno una certa dimestichezza ma che dal soprannaturale mantengono un sobrio distacco.

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