Delitto di Viterbo Anticipata l’ora della morte, vacillano gli alibi

L’arco temporale in cui è stata uccisa Marcella Rizzello, la donna di 30 anni assassinata il 3 febbraio scorso a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, potrebbe essere più ampio di quello indicato finora: cioè tra le 12 e le 13,30.
Il fatto che la donna fosse ancora in pigiama e la figlia di 14 mesi, che ha assistito all’omicidio, nella culla, unito ad alcune difficoltà tecnico-scientifiche che avrebbero impedito di confermare l’ora del decesso determinata attraverso l’esame esterno del cadavere, avrebbero indotto gli investigatori a spingere indietro le lancette dell’orologio di alcune ore. Un’ipotesi quest’ultima che, se confermata, farebbe cadere molti alibi, tra cui quello del compagno della vittima, Francesco Vincenzi, 26 anni, barista, che trovò il corpo poco dopo le 13,30. Per le 2-3 ore precedenti ha fornito un alibi di ferro. Ma se l’ora del delitto venisse anticipata di qualche ora, la sua posizione e non solo la sua potrebbero cambiare.

Tra le dita della donna, inoltre sono state trovate due ciocche di capelli, probabilmente di donna, miste a sangue rappreso. Dai capelli e dal sangue è stato estratto il Dna dell’assassino. Gli investigatori sono ora impegnati a individuare a chi appartenga.

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