RomaDice di non essere sorpreso, Marcello DellUtri, dalle dichiarazioni di Spatuzza: «Mi aspettavo esattamente questo. Non ha detto nulla di più o di meno di quello che aveva già riferito ai Pm». Il pentito ha da poco finito di parlare. Il senatore del Pdl esce dallaula durante una pausa del processo e non si tira indietro quando i cronisti gli chiedono di commentare quanto appena sentito. «Il suo obiettivo - spiega - è fare cadere il governo Berlusconi, non ci sono altre spiegazioni». Chi cè dietro al collaboratore di giustizia? «Che ne so io chi ci sta dietro a Spatuzza - risponde DellUtri - Ci sono delle persone, i pm, che ne so io».
Il senatore non ha dubbi su come si sarebbero comportati altri magistrati in una situazione del genere. «Uno come Spatuzza, Falcone lo avrebbe denunciato», sostiene. E ancora: «Ha detto delle cose allucinanti. Secondo lui Berlusconi e io saremmo dei delinquenti sanguinari. A questo punto può venire chiunque a parlare su di me, possono venire dieci, cento Spatuzza. Ognuno viene qua e parla». DellUtri controbatte anche alla versione del pentito sui tempi della sua decisione di collaborare con la giustizia («a lungo pesò il timore che al governo cerano Berlusconi e il ministro Alfano, che di DellUtri è vice». Pronta la replica: «Alfano il mio vice? Poverino, è un signore che ha fatto la sua carriera». Poi non trattiene una battuta. «Finalmente Berlusconi fa paura a qualcuno», dice. Il senatore spiega ai giornalisti che lo assediano di non essersi mai espresso a favore della cancellazione del concorso esterno in associazione mafiosa ma per la sua regolamentazione. «Oggi il reato è fuori dal codice - sostiene - invece mettiamolo nel codice e regoliamolo. Così come è oggi è lasciato allinterpretazione di chiunque. Questo è devastante. Può capitare che se qualcuno va al bar con un affiliato mafioso, solo per questo può passare dei guai».
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