Prima delle elezioni tutto fa brodo, anche le caldarroste

Claudia Passa

Puntuale come un orologio svizzero, a poche settimane dalle elezioni amministrative, è arrivata la delibera del I municipio per il riordino e l’assegnazione decennale delle postazioni per la vendita stagionale delle caldarroste in centro storico.
A rilevare la coincidenza con l’imminente avvio della campagna elettorale non è solo l’opposizione, non sono solo le associazioni di strada pronte a scendere sul piede di guerra, ma sono anche tre titolari di concessione, che il I municipio – a seguito di una conferenza di servizi sullo stesso tema – ha deciso di spostare rispetto all’attuale posizione.
Una decisione che ai diretti interessati non è andata giù, al punto che tutti e tre hanno preso carta e penna e hanno fatto protocollare altrettante missive di fuoco, nelle quali si arriva ad ipotizzare azioni legali, e in cui ci si chiede «come mai negli ultimi tre anni si è lavorato stagionalmente con la sospensiva del Tribunale amministrativo regionale del Lazio senza specifica concessione, ed ora, a stagione oramai terminata, sotto campagna elettorale si ha eccessiva fretta di approvare una delibera di riordino delle postazioni stagionali di caldarroste piena di lacune, da voi stessi evidenziate».
Fino a che punto la questione sembra stare a cuore alla maggioranza ulivista che governa il centro storico lo si è capito l’altra mattina, quando anche il presidente Giuseppe Lobefaro - che, osserva il leader dell’opposizione Federico Mollicone (capogruppo di Alleanza nazionale), «è noto per la non assidua frequentazione delle riunioni del consiglio municipale» - si è presentato nell’aula consiliare di via Giulia, ed ha votato la delibera.
Avremmo voluto chiedergli se si sia trattato di una semplice coincidenza, e in ogni caso raccogliere il suo parere sulla «scottante» questione delle caldarroste, ma recentemente Lobefaro (a seguito della pubblicazione della foto della sua auto di servizio posteggiata all’interno di un’isola pedonale) ha invitato i cronisti di questo Giornale a non contattarlo più.
L’atto di riordino della vendita stagionale in centro storico è comunque stato approvato a maggioranza, e alla delibera è allegato il verbale della conferenza di servizi che ha passato in rassegna una trentina di postazioni (29, per la precisione), recependo il parere degli uffici comunali competenti ed indicando, in caso di diniego, l’ubicazione alternativa dell’occupazione di suolo pubblico, che in ogni caso non dovrà superare il metro quadrato e non potrà ospitare altro che un braciere, uno sgabello e un sacco.
Tant’è. Ma un’inattesa spaccatura nelle file della sinistra, al termine di un rovente e movimentato dibattito in aula, ha fatto sì che due consiglieri (dei Democratici di sinistra e della Lista civica Veltroni) hanno unito il loro voto a quello espresso dai rappresentanti della Casa delle libertà, per impedire che la delibera possa avere immediata esecutività.
L’entrata in vigore, dunque, seguirà la normale trafila, e c’è chi teme che l’iter possa non essere concluso in tempo per la scadenza dei termini previsti dalla legge regionale che ha introdotto la durata decennale delle concessioni.

Se e quanto a Lobefaro stia a cuore la questione dei «caldarrostari», dal diretto interessato non è dato sapere. Ma a via Giulia c’è chi dice d’averlo sentito lamentare: «Neanche Buontempo negava a Rutelli l’immediata esecutività...».

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