La delusione di Fini per il prefetto di sinistra

La Russa: «La sua candidatura significa che la sinistra è alla disperazione»

Sabrina Cottone

«Bruno Ferrante è un po’ sprecato come consigliere comunale dell’opposizione. Meritava qualcosa di più». Gianfranco Fini è tranchant sulla candidatura del prefetto a sindaco nelle file del centrosinistra. E maschera la delusione per la decisione di Ferrante dietro una battuta: «È la riprova che in Italia c’è un regime guidato da Berlusconi, l’unico regime al mondo in cui i prefetti si candidano con l’opposizione».
Il presidente di An parla al teatro Smeraldo, nella giornata di apertura della campagna elettorale. Galvanizza il pubblico che riempie la platea e deborda in galleria: «Milano dimostra che se ci crediamo, possiamo vincere le politiche». Poi tocca anche quello che è un punto dolente per Alleanza nazionale e cioè la decisione di Ferrante di correre nell’Unione. «Lo ringrazio per aver detto che sono il suo politico preferito nella Casa delle libertà, ma se ha scelto così bisogna rispettare la sua decisione» dice ancora Fini.
E Ignazio La Russa, vicepresidente del partito e leader milanese, è in perfetta sintonia: «La decisione di candidare Ferrante è il segno che la sinistra è alla disperazione e infatti sceglie un uomo estraneo alla propria area politica e alla propria cultura, che fino al giorno prima è stato agli ordini del governo». In più, La Russa prevede tempi impossibili se mai il prefetto dovesse riuscire ad arrivare a Palazzo Marino: «Se Cofferati, uomo di sinistra, è stato attaccato pesantemente a Bologna per aver difeso la legalità, figuratevi che cosa potrebbe accadere a Ferrante, uomo non di sinistra, a Milano». La conclusione è comunque identica a quella di Fini: «Gli toccherà fare il consigliere dell’opposizione».
Il fatto è che in Alleanza nazionale c’è grande sorpresa, per non dire sbigottimento, per la decisione del prefetto di scendere in campo a sinistra. «Ho grandi amici nel centrodestra» continua a ripetere il prefetto e lo ha detto ancora appena pochi giorni fa, aggiungendo: «Nella Casa delle libertà il mio politico preferito è Gianfranco Fini». E in effetti i rapporti tra Ferrante ed esponenti di spicco di Alleanza nazionale a Milano (e non solo) sono davvero molto stretti, tanto che lo scorso agosto Bruno Ferrante accompagnato dalla moglie era in vacanza in Sardegna nello stesso albergo di Villasimius, il Tanca Village, in cui si trovavano Gianfranco Fini, Ignazio La Russa e l’assessore alla Moda, Giovanni Bozzetti.
Il clima in quei giorni di vacanza era molto cordiale e la conversazione (come è ovvio) scivolava assai spesso sulla politica e sul desiderio del prefetto di rimanere a Milano. Davanti al mare di Sardegna era anche arrivata a circolare l’ipotesi di una candidatura di Ferrante per il centrodestra. «Nessuno nella Cdl mi ha mai proposto di correre come sindaco» ha assicurato di recente Ferrante, ma non è un mistero che quell’idea era stata valutata e che gli sponsor più convinti del prefetto erano proprio in An.


Così è normale che i più sconvolti dalla decisione di Ferrante siano proprio gli esponenti di Alleanza nazionale, tanto più che An non è certo il partito più centrista della maggioranza e per molti di loro vedere candidato della sinistra un uomo che si era sentito tanto affine è stata una grande sorpresa. «Sarà un consigliere d’opposizione» profetizza adesso Fini. La scorsa estate le prospettive sembravano diverse.

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