La delusione

Più flop che soddisfazione. Più errori che ingiustizie. I campioni del mondo hanno abdicato nel nome del loro campione più titolato: Andrea Baldini ha condotto l’Italia del fioretto nell’abisso di una medaglia d’oro perduta, quando pareva ad un palmo dalla mano.
Oro alla Cina, finale con giallo nel senso dei colpi di scena (e decisione definitiva solamente oggi). Quando ormai tutto era perduto (fuorché l’onore? bah!) Stefano Cerioni a modo suo, che poi era quello che lo faceva grande in pedana, ha tirato fuori dal cilindro di commissario tecnico la norma di regolamento che ha tenuto tutto il Palais des sports di Parigi con il fiato sospeso: venti minuti di attesa e gran conciliaboli con regolamento alla mano per decidere se l’ultima stoccata del cinese Lei, quella che avrebbe umiliato Baldini con un parziale di 9-3, fosse giusta o viziata da un’anomalia: stoccata non valida perché anticipata da un cartellino giallo dei giudici.
Il cartellino, secondo Cerioni e il regolamento da lui citato, impone di annullare la stoccata se il cartellino arriva prima. E così il felpato mondo della scherma si è adeguato alle peggiori tradizioni di altri sport. Intendiamoci, nella scherma si urla, si strepita, si contesta e si fanno sceneggiate. Ma una finale conclusa con un risultato sub judice e una sorta di accampamento davanti alle pedane che avrebbero ospitato la premiazione, con tanto di riprese Tv, toglie l’aurea della cavalleria che, per tanti decenni, è stata un simbolo di fiorettisti e schermidori. Invero ieri Cerioni avrebbe fatto la felicità di Attilio Fini, storico e inarrivabile ct della scherma italiana, oggi ottantenne, ma allora combattente irriducibile da bordo campo. Ne inventava sempre una, pur di regalare anche un minimo vantaggio, o una chance in più, ai suoi atleti.
Ieri la squadra del fioretto si è riabilitata dal flop delle gare individuali, camminando spedita fino alla finale. Baldini, Cassarà, Aspromonte, insieme alla riserva Stefano Barrera, hanno fatto filotto contro le squadre orientali. Approdo in semifinale battendo i coreani, grazie a un 11-0 rifilato da Cassarà. Poi Baldini ha chiuso 45-40. Semifinale facendo secco il Giappone 45-30. E qui si è conclusa la conquista d’Oriente.
Finale in pedana con la Cina, bella squadra, gente tosta e con i nervi d’acciaio. Azzurri avanti per trequarti della gara: quattro stoccate di vantaggio quando sono andati in pedana Cassarà e Baldini. L’uno ha rischiato di affogare, poi è riemerso fino a pareggiare l’assalto. L’altro è andato in sbandata continuata, perfino sotto la linea di galleggiamento per l’oro: subendo un break di 5-1. Un solo assalto per rimediare qualcosa, sull’8-3 per il cinese Lei (fra l’altro vincitore della coppa del mondo): vivere o inabissarsi.

Baldini si è inabissato (45-43 finale). Cerioni lo ha tirato su per il colletto. Non è bastato. Pollice verso dei giudici. Italia a testa bassa e con l’argento in bocca, ma sul podio solo per evitare sanzioni. Cina per la prima volta d’oro: meritato.

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