Il tema centrale del libro di Jean-François Revel, Comment les democraties finissent, risponde a uno degli interrogativi più attuali: le democrazie devono accettare la guerra per scampare alla schiavitù o accettare la schiavitù per scampare alla guerra? Secondo Revel, le democrazie occidentali hanno ancora il tempo e la capacità di sottrarsi sia alla guerra sia alla schiavitù.
Non equivale, questa posizione, a un ritorno alla guerra fredda, visto che lalternativa - la distensione - consisteva nel rassegnarsi senza resistenze allespansionismo dellUrss, rifiutando nello stesso tempo la dissuasione strategica e lapplicazione di serie sanzioni economiche?
«Più il comunismo dura e più diventa espansionista \ In realtà penso che un raddrizzamento sia sempre possibile. Lobiettivo dovrebbe esser quello di far capire ai sovietici che il proseguimento o linizio di negoziati, su qualsiasi argomento, ha come condizione preliminare e irrinunciabile larresto definitivo dellimperialismo comunista, o come lo si vuol chiamare. I totalitarismi diventano assai vulnerabili dal momento in cui vengono comprese le leggi del loro funzionamento. È certo che lipotesi dalla quale lOccidente è partito una ventina danni fa, e cioè che concessioni preliminari e offerte generose sul piano economico allUrss sofferente di un complesso di insicurezza, si è rivelata falsa, avendo al contrario dato una straordinaria sferzata allenergia espansionistica dellUrss».
Lei sottolinea la vulnerabilità dei mass-media occidentali.
«Il fatto che nelle società democratiche ci sia uninformazione pluralista rappresenta una carta fondamentale in mano ai russi. Linformazione estremamente diversificata di cui disponiamo è fortemente corruttibile, poiché se non cè corruzione non cè libertà. Non voglio dire che non cè corruzione in Unione sovietica, ma non è la stessa. La fame di novità, il fatto che i mezzi di informazione occidentali debbano trovarsi un po in contrasto, anche se appoggiano il governo, debbano mantenere un distacco critico per apparire credibili, battere la concorrenza, fare degli scoop... tutto questo rende manipolabili gli ambienti dellinformazione professionale della nostra società». \ «Sembra che i nostri dirigenti ignorino la strategia dei Paesi totalitari. Ignorano che tali Paesi, fondati sullideologia, siano vulnerabili nei confronti della propaganda. Ecco perché Bukowski, Solgenitsin e Zinoviev hanno fatto più male allUrss di dEstaing, Schmidt e Carter messi insieme».
Lei afferma che per migliorare le chance dellOccidente ci vorrebbe una profonda riconversione intellettuale. Questa riconversione non tarda un po troppo a venire?
«Sul piano dellazione è forse un po tardi, ma credo che la riconversione stia per verificarsi ugualmente.
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