Chiara Campo
«La clientela di riguardo ormai labbiamo persa. Se vogliono stare tranquilli scelgono unaltra zona, perchè da quando mancano i controlli, qui non si respira più». Pasquale Tarasco dirige il ristorante «LAngolo», nel cuore di Brera, da trentanni. E da quando il quartiere la sera si è trasformato in un suk, anche il lavoro ne ha risentito. Nellultimo mese, poi, la situazione è diventata anche più pesante. «Non si vedono divise, gli extracomunitari che vendono merce contraffatta sono raddoppiati e lungo tutta via Brera e Fiori Chiari cè una distesa di lenzuola e si fatica persino a passare - racconta -. Oltrettutto, hanno un atteggiamento poco rispettoso. Io prendo le multe se per sbaglio butto dei rifiuti fuori dal cestino, mentre loro vengono il pomeriggio a marcare gli spazi con lo scotch, possono occupare abusivamente la strada, lasciando libero solo uno scorcio per permettere ai clienti di entrare nei locali, e quando vanno via lasciano carta e sacchi per terra». Anche i clienti sono infastiditi: «Tanti chiedono espressamente di non avere il tavolo nel dehors, perchè dovrebbero passare la serata con gli abusivi appoggiati tutto il tempo alla ringhiera, senza alcun rispetto, e assistere ai loro continui litigi». Pieno sostegno, quindi, alla protesta sollevata nei giorni scorsi dai residenti, disposti a tutto per riappropriarsi della loro zona. «Siamo con loro, in prima linea. Va bene se fossero una decina - sostiene il ristoratore -, ma ora sono veramente troppi e noi ne paghiamo il danno. Si organizzi unarea apposta per loro, dove possano fare mercanzia».
Anche il titolare del ristorante «Il Cestino» non concepisce la disparità di trattamento tra sé e gli abusivi: «Io devo pagare per mettere il dehors fuori dal locale, rischiando una multa se occupo qualche centimetro oltre il consentito, e i senegalesi possono fare gratuitamente i padroni della via - sottolinea -. E qualche giorno fa ho dovuto mostrare i permessi agli abusivi che si lamentavano perchè le mie fioriere rubavano spazio a loro». Sono «tanti e sempre di più - commenta anche il proprietario del bar tabacchi Montmartre -. Ci vorrebbe una regolamentazione».
Ma nel quartiere i pareri sul mercato del falso sono contrastanti. Roberta Basta, antiquaria in via Fiori Chiari, sostiene che la presenza dei vu cumprà «non disturba più di tanto, infastidiscono di più le auto parcheggiate abusivamente durante il giorno o i venditori di rose nei locali. E poi, meglio qui a vendere borse che in giro a fare scippi o spacciare». Anche se più voci segnalano lesistenza di un commercio «sotto banco» anche di sostanze illegali che dura da un po.
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