La denuncia: An e la truffa di Montecarlo

I sottoscritti onorevole Roberto Buonasorte, nella sua qualità di consigliere regionale della Regione Lazio - Gruppo Consiliare la Destra, nato a (...) e avvocato Marco Di Andrea, del Foro di Roma, nato a (...), nella sua qualità di consigliere comunale - Città di Monterotondo - gruppo consiliare La Destra, entrambi già consiglieri comunali di Alleanza nazionale (...) intendono sporgere (...) denuncia e querela nei confronti degli autori, allo stato ignoti, del reato di truffa previsto dall’articolo 640 del codice penale come aggravato dalle circostanze di cui all’articolo 61 numeri 7 ed 11, per avere gli ignoti autori, con artifizi, indotto in errore tutti gli attuali partiti e/o movimenti politici, a vario titolo, aventi causa dal disciolto partito Alleanza nazionale, al fine di procurarsi o procurare ad altri un ingiusto profitto in danno dei partiti e/o movimenti politici anzidetti e/o per tutti gli altri o diversi reati (...) da ravvisare nei fatti di seguito narrati

In data 28 luglio 2010 il quotidiano il Giornale, diretto da Vittorio Feltri, pubblicava in prima pagina un articolo di stampa a firma di Gian Marco Chiocci, inviato a Montecarlo, dal titolo Questione morale. Fini, la compagna, il cognato e una strana casa a Montecarlo, con sottotitolo «Un appartamento lasciato in eredità ad An finisce a una misteriosa finanziaria estera. Ora ci abitano familiari del presidente della Camera. E nessuno ne sa niente». (...). Nell’articolo si da conto di un appartamento sito in Montecarlo, già di proprietà di Alleanza nazionale, per averlo ricevuto mortis causa dalla signora Anna Maria Colleoni, deceduta in Roma il giorno l2 giugno 1999; appartamento che - a dire dell’inviato - alla data del 27 luglio 2010 risultava essere nella disponibilità di tale signor Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta Tulliani, attuale convivente del presidente della Camera dei deputati onorevole Gianfranco Fini.
In particolare, il giornalista, dopo aver premesso che «quando la nobildonna abbandonò per sempre questo mondo (...) nel testamento fece inserire un lascito da due miliardi e mezzo di lire al partito dell’allora segretario Gianfranco Fini “fra cui” un appartamento di settanta metri quadrati più terrazzo in un’elegante palazzina del Principato di Monaco. Tutta roba messa a bilancio e utilizzata dal partito, nel 2001, per andare in attivo», riferiva che l’immobile «aveva cambiato proprietario. Non più Alleanza nazionale, che attraverso i suoi emissari-parlamentari Lamorte e Pontone aveva eseguito personalmente i sopralluoghi nel palazzo Milton respingendo puntualmente tutte le richieste di acquisto del vicinato, bensì una Ltd, una misteriosa società off shore (...)».
Nell’appartamento in parola sempre a dire dell’inviato sarebbero stati effettuati dei lavori di ristrutturazione, commissionati da Giancarlo Tulliani, che personalmente sarebbe stato visto dal giornalista dopo che quest’ultimo citofonava al numero 14 di rue Princesse Charlotte, in Montecarlo, in corrispondenza dell’apposita targhetta recante il cognome Tulliani.
L’articolo concludeva dando conto di un fermo di polizia effettuato dalla sureté publique nei confronti dello stesso giornalista Gian Marco Chiocci. Sempre in data 28 luglio 2010, il quotidiano Libero, diretto da Maurizio Belpietro, pubblicava a pagina 7 un articolo di Andrea Valle dal titolo Indaga su Gianfranco, cronista fermato (...). Nell’articolo si dava conto che «Giancarlo Tulliani (...) risiede in affitto nel Principato» e all’uopo il quotidiano pubblicava uno stralcio di documento attestante il trasferimento di residenza, nell’anno 2008, dello stesso Tulliani nel Principato di Monaco, boulevard Princesse Charlotte n. 14.
Il giorno seguente in data 29 luglio 2010, diversi quotidiani nazionali (Corriere della Sera, il Giornale, Libero, Avvenire, Il Secolo XIX, L’opinione, ecc.) riprendevano ed approfondivano il fatto oggetto della presente narrativa. (...)
In estrema sintesi, dalla lettura degli allegati si evince che dalle «indagini» compiute dai vari cronisti, l’appartamento di Montecarlo facente parte dell’asse ereditario devoluto (a mezzo testamento olografo dell’anno 1997 e pubblicato nell’anno 1999 dal notaio Giuseppa Spadaro (...) dalla signora Anna Maria Colleoni all’erede universale Alleanza nazionale, sarebbe stato da quest’ultima associazione ceduto nell’anno 2008 ad una non meglio nota società finanziaria off-shore denominata Timara Ltd, che, a sua volta, l’avrebbe locato a monsieur Giancarlo Tulliani, il quale a mezzo dei suoi legali avrebbe dichiarato di avere «la disponibilità dell’immobile in forza di un regolare contratto di locazione registrato presso le autorità competenti».
Oltre alla formidabile coincidenza per la quale il giovane fratello trentatreenne dell’attuale compagna dell’onorevole Gianfranco Fini sia risultato il conduttore da preferire (in termini di pagamento del canone locatizio) da parte della finanziaria Timara Ltd, in un mercato peraltro ricco di domande alloggiative; oltre alla inverosimile circostanza che quest’ultima società, a compagine anonima, abbia (presumibilmente) pagato somme superiori ai circa due milioni di euro che - stando alla cronaca - sarebbero stati già offerti al partito Alleanza nazionale dai proprietari degli appartamenti finitimi insistenti nel medesimo fabbricato; ciò che induce gli odierni denuncianti ad interessare l’Illustrissimo Procuratore della Repubblica è il fatto che in spregio ai più elementari doveri di trasparenza e di informazione, l’onorevole Donato Lamorte (capo della segreteria dell’onorevole Gianfranco Fini), intervistato da Gian Marco Chiocci (...) alla precisa domanda: «Sa se è stata venduta la parte di eredità che fa riferimento all’appartamento di Montecarlo?» rispondeva in maniera piuttosto evasiva per un alto funzionario di partito: «Ho seguito questa cosa all’inizio, poi non più. Parli con Pontone vedrà che lui saprà essere esaustivo». Intervistato, il senatore avvocato Francesco Pontone, già segretario amministrativo di Alleanza nazionale, alla precisa domanda del giornalista: «L’appartamento a Montecarlo fu venduto? A chi?», rispondeva «Sì, fu venduto, ma non ricordo a chi». Alla successiva domanda: «Non rammenta se era un privato o una società?» rispondeva: «Sinceramente no. Per natura sono smemorato». Le successive domande e risposte determinano vieppiù il deposito della presente denuncia-querela.
Posto che risulta essere oltremodo inverosimile che un segretario amministrativo di partito, il quale dopo aver esordito nell’intervista di ricordare «benissimo» la vicenda (...) per averla trattata personalmente, non ricordi a chi è stato venduto un immobile del valore di oltre due milioni di euro (!). Del resto non si comprendono le ragioni per le quali (...) Pontone avrebbe dovuto eludere le domande del giornalista di un quotidiano nazionale, aventi ad oggetto la destinazione di un immobile, non già di proprietà di singoli privati (...), bensì già di proprietà di un’associazione (Alleanza nazionale) di rango costituzionale (articolo 49 della Costituzione) e dunque, tenuta a rendere conto non solo alla pluralità degli iscritti delle attività patrimoniali da iscrivere regolarmente in bilancio, bensì alla pubblica opinione tutta, sulla scorta della normativa vigente che, a partire dalla legge 174/1975 così detta Legge Piccoli, impone ai partiti politici di rendere pubblici i propri bilanci. Trasparenza vieppiù doverosa laddove si consideri che la testatrice (...) fu indotta ad istituire erede universale il partito Alleanza nazionale, devolvendo ad esso tutti i suoi «beni mobili ed immobili che mi apparterranno al momento del mio decesso (...) come contributo per la buona battaglia». Così apponendo un onere ex articolo 647 codice civile all’istituzione di erede, per il cui adempimento, in forza dell’articolo 648 del codice civile, può agire qualsiasi interessato. Le perplessità sollevate dal debito di trasparenza ed informazione sopra esternate, appaiono vieppiù giustificate dagli articoli di stampa pubblicati su numerosi quotidiani nazionali in data 30 luglio 2010. In particolare, il Giornale pubblicava in prima un articolo a firma dei giornalisti Gian Marco Chiocci e Stefano Filippi dal titolo La casa di Montecarlo: ecco i conti segreti (...). L’articolo in parola rivela come l’immobile monegasco, che Giancarlo Tulliani ha in affitto da alcuni mesi, è stato acquistato dalla Timara Ltd con atto notarile del 15 ottobre 2008, trascritto il successivo 22 ottobre, in cui si legge che la società acquirente ha sede nel paradiso fiscale caraibico di santa Lucia, al numero 10 di Manoel Street della cittadina di Castyries, ha un capitale sociale di mille dollari americani e una storia molto recente, essendo stata fondata pochi mesi prima dell’atto di compravendita monegasco. I cronisti rivelano, inoltre, che scavando nella breve vita della Timara Ltd viene fuori che l’immobile ereditato da An sul finire degli Anni 90 e nel quale oggi vive Giancarlo Tulliani è stato acquistato precedentemente da un’altra società off shore, con la stessa ragione sociale Printemps Ltd, anch’essa creata nell'arcipelago caraibico regno delle società fantasma e del riciclaggio internazionale. Ne conseguirebbe - secondo i cronisti - che «la casa della contessa Colleoni non è passata direttamente da An alla off shore Timara Ltd. Con un complicato gioco di scatole cinesi è passata varie volte di mano prima di entrare nella disponibilità della famiglia Tulliani (...) ma in queste tappe il valore dell’immobile (...) non è aumentato di molto. L’ultima compravendita dell'immobile, dalla Printemps alla Timara, è stata conclusa per appena 330mila euro mentre in quella zona del principato le agenzie immobiliari stimano almeno 10 volte tanto i prezzi di vendita per appartamenti con caratteristiche analoghe. Solo cinque anni fa negli uffici di Alleanza nazionale a Roma venne recapitata l’ultima offerta di acquisto dell’appartamento al numero 14 di Boulevard Charlotte: la proposta messa nero su bianco da un condomino era di oltre un milione e mezzo di euro. Ovvero, un milione e trecentomila euro in più di quanto ha speso la Timara Ltd per acquistarla (...).» Lo stesso quotidiano a pagina 6 dava conto di una dichiarazione dell’imprenditore Stefano Garzelli che attesterebbe «un rapporto diretto» fra Tulliani (definito «cliente di riferimento sempre presente sul cantiere»), l’architetto Blanchi, direttore dei lavori di ristrutturazione dell’immobile monegasco avvenuti nell’anno 2009 e Timara Ltd (...).
Il quadro diventa ancora più inquietante a leggere l’articolo pubblicato da Libero, dal titolo Fini si è fatto la legge per ereditare casa (...) dal quale sembra evincersi che siano stati preordinati degli strumenti, addirittura legislativi, onde conseguire l’eventuale profitto oggetto delle richieste indagini (...). Il punto, dunque, è quello di sollecitare indagini al fine di accertare se l’eventuale inadempimento dell’onere testamentario (cioè l’eventuale distrazione dei beni di proprietà del partito alla «buona battaglia», naturalmente, politica) sia stato posto in essere (e da chi), con condotte rilevanti sul piano penale.
È dunque evidente che gli attuali querelanti-denuncianti oltre a rivestire la qualifica di «interessati» ai sensi dell’articolo 648 del codice civile, rivestono altresì la qualifica di persone offese, laddove le indagini in risposta anche ai 10 quesiti pubblicati a pagina 7 del Giornale di venerdì 30 luglio 2010 (...) dovessero accertare condotte penalmente rilevanti. Condotte che, nella fattispecie concreta - a sommesso avviso degli odierni denuncianti - potrebbero consistere nell’artifizio posto in essere da persona/e, allo stato ignota/e (amministratori di partito, rappresentanti o appalesati tali), con la costituzione di una società a compagine anonima di diritto monegasco, alla quale sia stato alienato fittiziamente l’immobile di Montecarlo, riducendo in errore la pluralità degli iscritti, gli organi associativi, amministrativi e di controllo, sul fatto che la transazione servisse a ricavare danari da devolvere all’onere testamentario e/o comunque agli scopi statutari del partito; tutto ciò, al fine di procurare ai medesimi ignoti presunti malfattori o ad altri, un ingiusto profitto pure consistente in un godimento sine causa del prestigioso alloggio monegasco.


Per tutti i fatti sopra esposti, gli odierni querelanti, annunciando fin da ora la loro costituzione quali parti civili, chiedono la punizione ai sensi di legge degli, allo stato, ignoti eventuali autori dei fatti quivi denunciati, eventualmente integranti il delitto di truffa aggravata e o eventuali ipotesi di reato consumate dagli amministratori in danno dell'associazione, nonché altri diversi ed ulteriori reati che (...) vorrà ravvisare nei fatti narrati (...).
Monterotondo (Roma)
30 luglio 2010
Marco Di Andrea

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