Aveva dato fondo a tutti i suoi risparmi, frutto modesto di una vita di lavoro e sacrifici, pur di accontentarlo. E adesso quella donna anziana, mamma di un ragazzo - di 26 anni, ma per lei era sempre un ragazzo, il suo ragazzo, pur difficile e sempre più esigente, a tratti anche violento - sera ridotta a chiedere un prestito, tanti prestiti. Non è bastato: lui, il suo ragazzo, continuava a incalzarla: «Dammi altri soldi, devo comprarmi la droga. Sbrigati. Se no te la faccio pagare».
Qualche volta, per convincerla, il figlio aveva alzato le mani. No, non erano le botte che le facevano così male. Possibile che il suo ragazzo non avesse un po di pietà? Eppure, la donna - una casa a Molassana, poche persone con cui confidarsi, a cui chiedere aiuto - non ha rinunciato a tentare: «Ancora questa volta, poi si convince. Non ragiona, è quella roba che lo fa star male...». Invece, la situazione è peggiorata. Calci, pugni e ricatti. Il figlio le faceva sempre più male. Il dolore è arrivato al cuore.
Non ce lha più fatta, neanche lei che avrebbe dato tutta se stessa - e laveva data, tutta se stessa, da sempre - per vedere il suo ragazzo dolce, sereno, affettuoso, libero. Ecco: ci sarebbe voluta una carezza. Ma le carezze erano altre, ogni giorno, ogni volta che la droga vinceva sullamore di una mamma. Che alla fine sè decisa a rivolgersi ai carabinieri, ragazzi anche loro, come il suo, ma con la divisa e la compassione dentro. Hanno avviato le indagini, si sono appostati in casa appena in tempo per vedere quel figlio che minacciava, chiedeva altri 4mila euro, altri 4mila schiaffi in faccia, a chi laveva messo al mondo, allevato, mantenuto. Sono intervenuti, i ragazzi in divisa.
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