La denuncia di Spike Lee sull’uragano Katrina

Il duro docufilm sulla tragedia di New Orleans, ieri sull’Hbo americana, sarà alla Mostra di Venezia

da Roma

Quando gli argini s’infransero, il film di quattro ore di Spike Lee sul disastro di New Orleans, è un requiem in quattro atti della capitale del jazz presentato ieri sera dalla Tv americana Hbo nell'imminenza del primo anniversario della sciagura. L’opera, che molti considerano il miglior film del polemico regista, sarà presentata il mese prossimo anche al Festival di Venezia , nella sezione «Orizzonti Doc», ed è, secondo i critici, il miglior documentario approdato quest'anno sugli schermi americani.
La rabbia del regista e degli oltre cento testimoni intervistati sulla tragedia di New Orleans è espressa da Spike Lee - attraverso il montaggio, la colonna sonora ed ogni altro mezzo possibile - con la potenza di un raggio laser. Lee, rifiutando i metodi del collega Michael Moore, non appare mai nel film e rimane una presenza invisibile nelle quattro ore del documentario mostrato come un'opera in quattro atti. Il primo è quello del procedere dell'uragano Katrina e del passato di New Orleans, una città minacciata da sempre dalla massa d'acqua che la circonda e che incombe sopra le sue case trattenuta solo da un fragile e caotico sistema di argini. Lee affronta la vicenda sotto ogni aspetto ma la conclusione è sempre la stessa: il film è un inesorabile atto di accusa. Alcuni critici hanno protestato per un eccessivo uso delle immagini di cadaveri abbandonati e decomposti per le strade di New Orleans o galleggianti sulla melma scura delle acque che hanno invaso la città. Il sindaco di New Orleans Ray Nagin ribadisce la sua convinzione che se la sciagura si fosse abbattuta sulla «bianca» Orange County in California, o sulla ricca South Beach a Miami (lo stato del fratello del presidente) i soccorsi sarebbero stati molto più tempestivi.


Un altro testimone afferma che se a provocare la inondazione fosse stato un attentato terroristico, anzichè una causa naturale come un uragano, allora nel giro di poche ore la macchina degli aiuti si sarebbe messa in moto: l’agenzia per l'emergenza era infatti così concentrata sulla minaccia del terrorismo da ignorare tutto il resto come evento secondario, compresa una tragedia come quella di New Orleans.

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