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«Denunciate i nemici sul numero verde di Al Qaida»

I gruppi del terrore diffondono un volantino a Mosul: «Segnalare gli spioni, i collaborazionisti, la polizia segreta e l’esercito è un sacro dovere per i musulmani»

da Mosul

La ricompensa sarà ghiotta, promettono gli esponenti di Al Qaida. E la richiesta da adempiere risponde «a un sacro dovere per tutti i musulmani». Basta fare una telefonata e chiunque denuncerà i «collaborazionisti», coloro che aiutano il nuovo regime fornendo informazioni utili per la guerriglia, oltre ad aiutare i fratelli islamici e la loro causa, otterrà «grandi» premi in cambio.
Succede a Mosul, Irak settentrionale, dove una cellula locale che fa capo alla rete terroristica guidata da Bin Laden, ha indicato su alcuni volantini tre numeri di telefono cellulare al quale i «buoni musulmani» possono chiamare per denunciare i “traditori”. Una sorta di numero verde o di centralino del terrore che raccoglie informazioni e nomi dei detrattori della guerriglia anti-americana e che potrebbe trovare nuovi adepti pronti a difendere la battaglia «contro gli occupanti». I cittadini che intendono dare una mano possono farsi vivi dalle 18 alle 19. Firmato «Brigata Mohammad ben Salama per gli assassini».
«Denunciare gli spioni, i collaborazionisti, la polizia segreta, l’esercito, i peshmerga è un dovere sacro per tutti i musulmani», si legge nel testo del volantino, la cui autenticità deve ancora essere accertata. «I mujaheddin sono i veri credenti», scrivono gli uomini di Bin Laden dopo aver minacciato di «colpire con un pugno di ferro» gli iracheni «avidi delle briciole che gettano loro gli adoratori della Croce» e che si arruolano nell’esercito e nella polizia del nuovo Irak. Se qualcuno avesse ancora dubbi, c’è persino qualche riferimento storico e l’editto religioso di un imam a far svanire ogni perplessità: «Durante l’occupazione britannica e francese dell’Egitto e del Sudan, un ulema lanciò una fatwa in cui affermava che qualunque collaborazione con gli inglesi era ateismo o apostasia».
La guerriglia si organizza al meglio, cerca nuovi seguaci e arruola anche chi non intende esporsi in prima linea ma sposa la causa anti-occidentale. E lo fa con tutti gli strumenti a disposizione, anche i più avanzati come il web. Lo conferma il Washington Post, in un articolo pubblicato ieri, in cui riconosce che «il movimento jihadista globale» è diventato un fenomeno «diretto da Internet». Secondo il quotidiano statunitense, gli attentatori suicidi di Al Qaida e i ribelli che agiscono in Irak usano il web per apprendere tecniche di addestramento e nuove strategie, sfruttando la rete che garantisce anonimato. Un metodo che complica la caccia degli Usa ai terroristi, come ha ammesso l’ex capo dell’unità Cia incaricata di dare la caccia a Osama Bin Laden, Michael Scheuer: «Riduce la capacità dei nostri servizi di sicurezza di colpirli quando sono più vulnerabili, quando sono in movimento. Prima dovevano andare in Sudan - spiega ancora Scheuer - quindi dovevano andare nello Yemen, poi dovevano raggiungere in treno l’Afghanistan». Con internet, gli spostamenti non sono più un’esigenza stringente.

E Al Qaida ne approfitta, complicando il lavoro di polizia e intelligence che tiene sul filo del rasoio gli agenti di decine di Paesi nel mondo.

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