Francesco Bisozzi
Questa volta il Comune non è scampato allo schiaffo. Il piano che dallo scorso gennaio disciplina lingresso e la circolazione dei pullman turistici allinterno della città andrà riscritto. Lautorità garante della concorrenza e del mercato ha dato ragione infatti allEmet e alla Fiavet Lazio (che per prime avevano sollevato la questione), denunciando nella capitale una disparità di trattamento tra operatori pubblici e privati nel settore del trasporto e del turismo. Ragion per cui ha invitato la giunta Veltroni a una pronta revisione tecnica e tariffaria del «piano bus turistici».
«Finalmente una bocciatura ufficiale», ha commentato Cinzia Renzi, presidente della Federazione italiana agenzie di viaggio e trasporti del Lazio. A suo parere sono diversi gli aspetti che offendono il principio della libera concorrenza. Su tutti quello legato alle disposizioni tariffarie: al contrario dei pullman privati, quelli pubblici - ovvero le linee turistiche 110 e Archeobus gestite dalla società Trambus - non devono pagare lingresso nelle zone a traffico limitato. Unaltra grave forma di discriminazione deriva poi dal costo del permesso che cambia a seconda se loperatore dispone di una rimessa allinterno del comune (in questo caso si pagano 144 euro allora) oppure no (170 euro allora). Per non parlare del fatto che il numero dei permessi è limitato (non si possono superare i 300 al giorno). «Gli altri punti da chiarire riguardano la richiesta delle certificazioni per il rilascio dei permessi di circolazione che comporta una violazione della privacy da parte dellAtac, il numero dei posti di scarico e carico ancora da verificare e, infine, leventuale rinnovo dello sconto per i permessi D concesso ai pullman con rimessa fuori dal comune che è in scadenza a fine giugno».
Grida vittoria anche Luciano Andreoni, direttore generale dellEmet: «Avevamo ragione noi. Ora aspettiamo di sederci al tavolo delle trattative per elaborare assieme allamministrazione comunale, allAtac e alle associazioni di categoria una soluzione che garantisca la libertà dimpresa». A giovare di questa piccola rivoluzione sarà il turista. In un regime di concorrenza, infatti, i costi solitamente tendono a scendere. «Si apre una speranza - suggerisce Ettore Paolucci, lavvocato dellEmet - per il turismo cosiddetto debole, ovvero quello scolastico e parrocchiale». E non solo per quello. La storia del ticket da pagare allingresso della Ztl non va giù alle grandi organizzazioni europee che gestiscono i viaggi del turismo su gomma, tanto che in molte stanno covando lidea di dirottare altrove i loro pullman. Come ad esempio la Rda di Colonia (lassociazione tedesca dei bus turistici che raggruppa 4mila aziende del settore) che in un comunicato dichiara di prendere il problema in maniera estremamente seria e minaccia di disertare il Belpaese. «Il turista - sottolinea Andreoni - rappresenta una risorsa da valorizzare e non da spremere».
In seguito allintervento dellAuthority, che per inciso si è riservata dintervenire ancora nel caso in cui il piano bus non verrà modificato secondo le disposizioni fornite, il presidente della Fiavet Lazio si «augura di poter riprendere al più presto il confronto con il settore mobilità del Comune al fine di migliorare il piano bus».
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