Il deputato Boldi va in India poi diventa un padre-nonno

L’attore protagonista con Mattioli e Buccirosso di «Un ciclone in famiglia 3»

Il deputato Boldi va in India poi diventa un padre-nonno

da Menaggio

Ci sono un brianzolo, un romano e un napoletano che si rincorrono sulla riva del lago di Como. Non è una barzelletta: accade in questi giorni nella cittadina lacustre di Menaggio, dove gli scatenati Massimo Boldi, Maurizio Mattioli e Carlo Buccirosso stanno interpretando, diretti da Carlo Vanzina, le ultime scene de Un ciclone in famiglia 3. I primi quattro episodi andranno in onda da domani, ogni domenica in prima serata su Canale 5; gli ultimi quattro in febbraio. Nel cast ritroveremo Barbara De Rossi e Monica Scattini mentre Ussi Alzati sostituirà Margherita Antonelli. Amata da nonni, genitori e bambini, come rivelano i dati di ascolto delle prime due stagioni, la fiction racconta le divertenti avventure di tre coppie di coniugi pazzerelle, imparentate dai matrimoni dei figli: se i giovani si prendono e si lasciano, i comaschi Fumagalli (Boldi e De Rossi), i romani Dominici (Mattioli e Scattini) e i napoletani Esposito (Buccirosso e Alzati) riescono a restare uniti e viaggiano da un capo all’altro del mondo, anche se la «base» è Menaggio.
Nella puntata di domani i protagonisti partiranno per l’India dove celebreranno il matrimonio di una giovane Fumagalli con un rampollo Esposito. «Non è l’unica novità», racconta Boldi mentre riprende fiato dalla scena della corsa. «Mattioli aprirà qui a Menaggio una macelleria, Buccirosso un’edicola. Io mi darò alla politica e avrò una figlia nonostante l’età matura, proprio come si usa oggi. Insomma, sarò un nonno-genitore. Del resto sono stato un papà anomalo anche nella vita, per i ritmi forsennati del mio lavoro». Boldi accompagnerà una figlia all’altare anche in Matrimonio alle Bahamas, da lui prodotto, al cinema dal 16 novembre. «È un film per giovani, stile Notte prima degli esami, la protagonista è la ventunenne Lucrezia Piaggio. Ma vedrete un Boldi inedito, finalmente completo, comico ma anche romantico». Autori di questo cinepanettone anticipato sono i fratelli Carlo e Enrico Vanzina, anche artefici del Ciclone in famiglia: e lì e qui si parla di italiani all’estero. «La formula la inventò Alberto Sordi», racconta Carlo. «Aveva capito che quando le persone si trovano in un contesto estraneo danno il meglio e il peggio di sé. L’effetto comico è irresistibile e nel Ciclone lo misceliamo con una buona dose di tafferugli fra parenti».
La fiction gioca anche sulle differenze tra nord, centro e sud; e in 2061, la commedia diretta da Carlo che uscirà nelle sale il 26 ottobre, vedremo un’Italia divisa in piccoli Stati. Dobbiamo cogliere una critica politica? «Garibaldi, che cosa hai fatto...!, diceva Totò», sorride il regista. Poi si spiega: «Un po’ di critica c’è.

La situazione del Paese è allarmante, Beppe Grillo fa proseliti perché la classe politica è strafottente. In confronto quelli della Dc erano galantuomini». Come a dire che davanti alla Tv o al cinema, tra una risata e l’altra, chi vorrà potrà anche riflettere

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