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Deputato israeliano accusato «Fa la spia per gli hezbollah»

da Gerusalemme

Informazioni e assistenza al nemico proprio mentre Israele era in stato di guerra, contatti con agenti nemici, riciclaggio di ingenti somme di denaro: questi alcuni dei gravissimi sospetti che gravano sulla testa dell'ex deputato Azmi Bishara, il carismatico e popolare leader del partito arabo israeliano Balad che ora rischia una condanna a decine di anni di reclusione se non addirittura, in considerazione dello stato di guerra, la pena capitale.
Il tribunale di Petah Tikva, vicino a Tel Aviv, ha autorizzato solo ieri la pubblicazione delle accuse nei confronti di Bishara, che è anche sospettato di aver ricevuto ingenti somme di denaro dall'estero, in parte trasferite nel suo conto personale durante la guerra in Libano, revocando in parte la censura imposta sul caso.
Bishara, le cui dimissioni dalla Knesset sono entrate in vigore ieri, dal Qatar, dove si trova, in un'intervista alla televisione Al Jazeera, ha negato le accuse nei suoi confronti e si è dichiarato vittima di una campagna contro la sua persona e i suoi elettori, per le idee politiche che porta avanti ormai da sette anni.
Bishara era da diverso tempo sotto inchiesta della polizia e nel mirino dello Shin-Bet, il servizio segreto di sicurezza, per i suoi viaggi non autorizzati in Siria e in Libano, Stati formalmente ancora in guerra con Israele, approfittando dell'immunità parlamentare.
Fotografie di Bishara in una cerimonia accanto al leader degli hezbollah in Libano, lo sceicco Hassan Nasrallah, avevano poi suscitato in Israele infuriate proteste e la richiesta di revoca dell'immunità parlamentare.
Il sospetto nei confronti di Bishara è che egli abbia passato non meglio precisate informazioni agli hezbollah durante il conflitto contro Israele. Bishara, nel respingere le accuse, ha detto che le autorità israeliane stanno attuando nei suoi confronti una campagna di intimidazione e che i responsabili politici temono il suo credo politico: no a Israele come Stato ebraico, sì a uno Stato di tutti i suoi cittadini. A suo giudizio le accuse ora sollevate sono una conseguenza dell'insuccesso di Israele nella guerra contro gli hezbollah. Bishara aveva lasciato Israele tre settimane fa e subito dopo i giornali avevano parlato di «fuga» all'estero. Lui, che aveva promesso di ritornare per presentarsi davanti agli inquirenti, è invece rimasto all'estero.

Fino a quando non si sa.

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