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Deputato non mangia per 39 giorni e salva fabbrica dal trasferimento

Francia, il deputato di destra Jean Lassalle rimane oltre un mese su una panchina: rischia la vita ma convince i proprietari giapponesi a cambiare idea

Alberto Toscano

da Parigi

C’è all’aeroporto parigino di Roissi un signore, di origine iraniana, bloccato da una ventina d’anni in un sotterraneo. Un signore che vive su una panchina e che ha ispirato la storia del film Terminal, con Tom Hanks come protagonista. A Palazzo Borbone, sede dell’Assemblea nazionale francese, un deputato di centrodestra ha vissuto su una panchina per 39 giorni facendo lo sciopero della fame e perdendo venti chili di peso. Ieri ha sospeso la sua protesta ed è stato ricoverato all’ospedale di Garches, nella regione parigina, dove ha manifestato piena soddisfazione per la vittoria conseguita: la società metallurgica giapponese Toyal Aluminium ha ufficialmente rinunciato a smantellare la sua fabbrica nel dipartimento Pyrenées-Atlantiques (Francia sudoccidentale).
Finora gli alti papaveri del Parlamento di Parigi avevano ironizzatio su certi peones disposti a tutto pur di difendere gli interessi della propria circoscrizione. Adesso il liberale Jacques Lassalle ha dimostrato che cosa possano fare gli «onorevoli di base», legati a doppio filo agli interessi della gente. Erano i primi di marzo quando la direzione del gruppo giapponese annunciò la sua decisione «strategica»: ridimensionare l’unità produttiva del dipartimento Pyrenées-Atlantiques per aprire - in condizioni molto più vantaggiose - una nuova fabbrica in un’altra zona della Francia. Ma nella circoscrizione di Lassalle le cose vanno male sul piano dell’occupazione, e il rischio di 150 licenziamenti era un incubo per la popolazione.
Così l’onorevole - membro del partito di centrodestra Union pour la Démocratie française (Udf), fondato nel 1978 dall’allora presidente della Repubblica Valéry Giscard d’Estaing - ha scelto la via di una protesta estrema. Si è sistemato su una panchina della «Sala delle quattro colonne» e ha smesso di mangiare, alimentandosi solo con liquidi. Il minimo indispensabile per non morire. Nessuno poteva ignorare la sua presenza, visto che la «Sala delle quattro colonne» è (con il vicino emiciclo) il luogo-chiave di Palazzo Borbone, dove i deputati incontrano abitualmente i giornalisti prima, dopo e anche durante le sedute del Parlamento. Lì nascono gli scoop e si preparano le pugnalate alla schiena. Lì si danno le interviste, e lì ieri si è salvata l’occupazione in un dipartimento in crisi.
L’«operazione salvataggio» non è solo il trionfo dell’«onorevole ribelle», ma anche quello del ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, che è anche presidente dell’Union pour un Mouvement populaire (Ump), l’altro partito del centrodestra transalpino. Proprio nella sua veste di membro del governo (responsabile anche della «politica del territorio») Sarkozy ha avviato un negoziato con Masahiro Aoki, presidente di Toyal Europe e numero due del gruppo a livello mondiale. L’abilissimo ambasciatore giapponese a Parigi, Hiroshi Hirabayashi, che ha capito l’importanza anche politica e psicologica di tutta questa vicenda, ha fatto del suo meglio per propiziare il raggiungimento di un’intesa.
Alla fine sono tutti contenti. Il deputato (che secondo i medici sta «relativamente bene» e che ieri ha ricevuto una telefonata del presidente Chirac) e i suoi elettori, visto che la fabbrica non si sposterà dal luogo in cui si trova attualmente. I 150 dipendenti e le loro famiglie, che non rischiano di perdere lo stipendio. I dirigenti di Toyal Aluminium, che si sono visti promettere da Sarkozy e dal governo francese aiuti finanziari per lasciare le cose come stanno, e anzi per realizzare nuovi investimenti sempre nello stesso dipartimento dei Pyrenées-Atlantiques.

Gli unici che potrebbero protestare sono gli abitanti dell’altra regione francese in cui Toyal pensava di installarsi, ma il progetto in questione non era ancora stato messo a punto, e soprattutto nessuna assunzione era stata ancora realizzata per cui non ci sarà alcun licenziamento. Dunque nessun altro deputato francese si metterà a fare lo sciopero della fame.

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