Dopo la caduta del Muro di Berlino, l'Urss di Michail Gorbaciov offrì ai tedeschi la Prussia orientale, il territorio con capitale Kaliningrad, la storica Koenigsberg in cui nacque e morì il filosofo Immanuel Kant. A rivelare la notizia è il giornale Der Spiegel, secondo il quale al momento delle trattative per la riunificazione della Germania, un telex inviato a Bonn dall'ambasciata tedesca a Mosca il 2 luglio 1990 conteneva l'offerta sovietica manifestata dal generale Geli Batenin. Dopo un incontro con il generale sovietico, l'incaricato dell'ambasciata tedesca a Mosca per i problemi politici, Joachim von Arnim comunicò a Bonn che il suo interlocutore gli aveva parlato della «questione della parte Nord della Prussia orientale», aggiungendo che «questo problema si porrà prima o poi all'Unione Sovietica ed alla Germania». Sul momento il diplomatico tedesco mantenne un atteggiamento riservato, ma successivamente comunicò a Batenin che l'atteggiamento di Bonn era già noto da tempo, poiché sul tappeto c'era solo «la riunificazione della Repubblica federale tedesca con la Ddr e l'intera città di Berlino». Von Arnim aggiunse che se l'Urss aveva «problemi con lo sviluppo della parte settentrionale della Prussia orientale, questi erano affari suoi».
La provincia della Prussia orientale, culla storica della nazione tedesca, tra il 1920 ed il 1945 era stata geograficamente tagliata dal resto del Reich dal Corridoio di Danzica. Dopo il crollo del nazismo e sulla base degli accordi di Potsdam, la Prussia orientale era stata divisa tra la Polonia e l'Urss, con la riserva di stabilire la sua destinazione finale nell'ambito di un definitivo trattato di pace.
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