Derby dei Garrone in banca: Alessandro sfida papà Duccio

Sulle orme di Riccardo (presidente del Banco S.Giorgio) il secondogenito entra nel consiglio della Passadore

A «farsi banchiere» ha cominciato il padre, Riccardo, da anni presidente e membro del comitato esecutivo del Banco di San Giorgio (Gruppo Banca Lombarda e Piemontese). Ora promette di seguirne le orme il figlio Alessandro, che aveva già rilevato l’augusto genitore, assieme al fratello Edoardo, in alcune incombenze al vertice dell’impresa di famiglia, la Erg: è di questi giorni la nomina del secondogenito dei Garrone nel consiglio di amministrazione della Banca Passadore, tradizionale «salotto buono» dell’economia genovese che ha appena approvato un bilancio pieno di indici positivi. Una sorta di derby creditizio-finanziario, dunque, questa duplice partecipazione dei membri della dinasty genovese-alessandrina alle vicende economiche locali (non certo localistiche) nei posti chiave di due istituti che sono nati a Genova e mantengono qui tuttora la prevalente operatività. Tutt’altra cosa, ovviamente, dall’ipotizzare, anche in linea teorica, che Riccardo e Alessandro Garrone, avendo assunto responsabilità nel medesimo settore, arrivino a disputarsi una vittoria nella stessa «partita». Nel frattempo, Garrone junior fa il suo ingresso nella Passadore in un momento particolarmente fertile di iniziative per la banca, impegnata a proseguire la politica di prudente, ma convinto sviluppo territoriale che ha contraddistinto gli anni più recenti al di là della Liguria, e in particolare nel Nord Ovest del Paese. Entro l’estate, è prevista l’apertura della nuova filiale di Parma, «una piazza - conferma il presidente (riconfermato) Agostino Passadore - assai dinamica e importante, con un tessuto imprenditoriale vivace, che merita grande attenzione».
Tutto questo, mentre la Banca Passadore incassa confortanti dati di bilancio 2005: la raccolta diretta aumenta a 1 miliardo e 90 milioni di euro, gli impieghi con la clientela crescono a 675 milioni, l’utile d’esercizio registra un risultato di 7 milioni e 200mila euro, + 6,2 per cento rispetto allo scorso anno. Previsto un andamento ancora più brillante nell’anno in corso: il primo trimestre 2006 conferma infatti l’incremento in tutte le principali voci e nei risultati economici rispetto a marzo 2005, con la raccolta che sale del 13 per cento, gli impieghi alla clientela del 9 per cento, e l’utile avviato a superare il 18 per cento di aumento. Con Agostino Passadore e Alessandro Garrone siederanno in Consiglio, nel prossimo triennio, i vicepresidenti Sergio Maria Carbone e Carlo Acutis, oltre a Franco Azzoaglio, Alberto Brignone, Franco Buzzi, Gian Franco Carli, Giovanni Dellepiane, Giovanni Novi, Augusto Passadore, Andrea Pininfarina e Mario Rebutto, cui si aggiunge la new entry Francesco Passadore, figlio di Agostino, nuovo direttore generale a fianco del condirettore generale Edoardo Fantino. È stato lo stesso Francesco Passadore a dare impulso all’informatizzazione dei servizi dell’istituto che hanno portato la banca genovese a offrire prodotti sempre più vicini e mirati alle esigenze della clientela, dal singolo risparmiatore al titolare della piccola e media impresa. Strutture all’avanguardia, pertanto, senza abbandonare la personalizzazione del servizio: la filosofia della Passadore, interpretata dagli attuali 308 dipendenti, è sempre stata quella di fare, secondo un antico ma sempre valido «schema» genovese, passi misurati alla lunghezza della gamba. Che significa tradizione e innovazione insieme, per una struttura che opera in un mercato sempre più ampio e competitivo.

Via libera, dunque, all’e-banking e al telephon banking, ai point of sale e al front office, se vanno incontro alle esigenze della clientela. Alla quale però, ogni tanto, quelli della Passadore parlano anche in dialetto.

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