Derby di giorno per paura Moratti a Mancini: «Resta»

«Io vorrei lasciare. Ma è meglio se lui rimane ancora con noi». Il tecnico: «Sono orgoglioso di farlo»

Gian Piero Scevola

Il derby si giocherà venerdì alle 18. Lo ha disposto il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, anticipando l’orario d’inizio originariamente previsto alle 20,30 per motivi di ordine pubblico «in considerazione delle recenti forti contestazioni nei confronti della squadra interista». Un plauso arriva da Radio Vaticana che aveva invitato a spostare l’inizio del derby per non farlo coincidere con la Via Crucis. «Soluzione intelligente e orario più rispettoso nei confronti della giornata, che non è certo quella più giusta: mi spiace giocare il Venerdì Santo, ma questo è utile per il Milan, perché è corretto che abbia le pari condizioni del Barcellona». Questo il commento di Massimo Moratti che poi affronta il problema della contestazione ultrà: «Facchetti ha espresso molto bene l’umore e il sentimento della società. Spero che i giocatori non siano condizionati e che sappiano reagire. Il mio non è un segnale di resa, non ho bisogno di segnalazioni per questo genere di cose. Se sono stufo? Insomma, un pochino sì. Anche considerando l’ipotesi di lasciare l’Inter, bisogna sempre trovare qualcuno che sia disposto a fare sacrifici, cosa che non è facilissima. Mancini all’estero? Ha libertà di poterlo fare, un po’ meno io. Mancini resta se vorrà restare». La frase del patron fa molto piacere al tecnico. È un’esplicita riconferma. Così risponde subito: «Sono orgoglioso delle parole di Moratti.

La storia di questo club si identifica con la sua famiglia. È chiaro che rimarrei all'Inter, ma se non fosse possibile andrei all'estero. Ci si diverte di più e se si perde non succedono le cose che accadono in Italia».

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