Roma

Il derby romano diventa un’opera alla Filarmonica

Le immagini più belle delle partite musicate da Corghi e Panni

Pietro Acquafredda

Per una volta, a maggio 2006, quasi a chiusura di stagione, l’Olimpico/ Teatro - sede storica dei Concerti dell’Accademia Filarmonica - tenderà la mano all’Olimpico/Stadio che ospita solitamente partite di calcio, e soltanto qualche rara volta, in passato, opere e concerti classici.
L’Accademia Filarmonica Romana ha chiesto infatti a due musicisti, Marcello Panni e Azio Corghi, di «insonorizzare» dal vivo le immagini dei derby vinti dalle due squadre capitoline, Roma e Lazio. L’operazione filmico-musicale vedrà nettamente divisi i due medaglieri. Un primo tempo - ha spiegato il direttore artistico Battistelli, «incontinente» nelle proposte, ha detto testualmente - metterà insieme, appositamente montate, le fantastiche immagini dei derby vinti dalla Roma e le farà scorrere su uno schermo, mentre Corghi penserà a commentarli con la sua musica, affidata a un orchestra che suonerà dal vivo; nel secondo tempo toccherà alla Lazio raccontare le sue vittorie e Marcello Panni emulerà il suo amico Corghi. In più, a Panni è stato chiesto di utilizzare nella sua colonna sonora anche i più curiosi e spiritosi striscioni e slogan calcistici (banditi quelli ingiuriosi!), affidandoli a un coro. Alla fine sarà una festa dello sport in una sala da musica. E questa è certamente l’idea più sorprendente (e anche bizzarra!).
Altre ve ne sono, invece, meno sorprendenti ma di qualità, e anche molto varie, come è nella tradizione della Filarmonica e come sarà anche per la prossima stagione, segnata dal cambio della direzione artistica, ora affidata a Giorgio Battistelli, molto affaticato per dover dirigere contemporaneamente più d’una istituzione musicale italiana, tra cui anche la Biennale Musica, e come compositore.
Continuando la tradizione dell’anno passato, anche per il 2005-6 ci saranno alcuni interpreti e gruppi privilegiati che alla Filarmonica saranno presenti in diverse occasioni. Rinaldo Alessandrini e il suo Concerto Italiano continueranno a riproporci il repertorio barocco (in gennaio, un programma intitolato «L’Europa delle Nazioni» con musiche di Telemann, Purcell; successivamente un secondo programma dedicato alle musiche penitenziali napoletane); Lonquich proporrà da solo e affiancato da altri musicisti i suoi autori preferiti ma anche autori contemporanei, e Michele Campanella terminerà il suo ciclo pianistico dedicato a Johannes Brahms.
La stagione si aprirà il 20 ottobre con il complesso «Il Giardino Armonico», diretto da Antonioni e con la violinista Viktoria Mullova (Bach, Vivaldi): ma si aprirà all’Auditorium di Renzo Piano che ospiterà anche altri concerti fino al 24 novembre quando sarà nuovamente aperto il Teatro Olimpico, che già in questi giorni appare come un cantiere di lavoro, per necessari restauri e ammodernamenti, compresi gli arredi. Il Teatro Olimpico, per lo spettacolo dei DV8, si presenterà più vicino al suo aspetto architettonico degli anni Trenta, rifatto anche nella facciata e con il foyer completamente ristrutturato e reso più funzionale; poltrone nuove, bar completamente ristrutturato.
Per i concerti sinfonici, si attendono all’Olimpico Philip Herrewege e l’Orchestre des Champs Elysées, in un programma che comprende anche un autore contemporaneo, il tedesco Wolfgang Rihm; e Sir John Eliot Gardiner che dirigerà alcune cantate di Bach e il Magnificat (8 dicembre).

Ancora due belle serate con Pickett e il suo complesso barocco nella Didone ed Enea di Purcell; e Luca Pfaff che dirigerà l’operina Satyricon di Bruno Maderna, con la regia di Giorgio Pressburger.

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