Derby violento, altri sei arresti. Oggi si decide per Roma-Samp

Altri sei arresti per il derby della vergogna di domenica scorsa. Dopo un attento esame dei video girati dalle telecamere interne dello stadio Olimpico, gli agenti della Digos hanno identificato alcuni dei responsabili degli scontri andati in scena in Curva Nord una mezz’oretta prima dell’inizio della partita. Si tratta di quattro ultrà romanisti (M.N. di 41 anni, T.B., 36, V.A., 33, e S.A., 28) e di due laziali: E.C. di 32 anni e P.D. di 24. Tutti sono stati rintracciati all’alba di ieri nelle loro abitazioni - dove sono stati anche sequestrati alcuni capi di abbigliamento utilizzati durante gli scontri - e arrestati in base alla cosiddetta «flagranza differita». I sei devono rispondere di rissa aggravata, possesso di strumenti atti ad offendere e, in un caso, di aggressione in danno di uno steward. Una settima persona è stata accompagnata ieri mattina negli uffici della Digos ma successivamente rilasciata in quanto risultata solamente somigliante a uno dei protagonisti degli scontri. Per tutti gli arrestati sarà irrogato il Daspo, il provvedimento che vieta l’accesso alle manifestazioni sportive e la misura di prevenzione dell’avviso orale.
Migliorano intanto le condizioni di Maximiliano Ioele, il ferito più grave negli scontri di domenica sera. Operato al Gemelli è fuori pericolo, ma il papà Enzo non si dà pace: «Due millimetri più giù e gli avrebbero reciso la vena aorta e sarebbe morto», ha detto ieri intervistato da una radio. «Aveva una sciarpa della Roma legata al polso, gli è stata tolta e bruciata, poi l’hanno accoltellato al collo aggredendolo alle spalle», ricostruisce Ioele senior, che poi conclude: «Non la posso perdonare questa cosa: una coltellata alla gola gravissima, i responsabili sono scappati».
E mentre il giudice sportivo stila la lista dei cattivi (il solo Ledesma squalificato pe due giornate) e dei buoni si fa per dire (Totti se la cava con un’ammenda di 20mila euro per il doppio pollice verso; Baronio multato di 5mila euro per le offese al capitano della Roma; Radu addirittura assolto per lo sgambetto a Perrotta esultante; le due società multate di 40mila euro per episodi vari) e il tecnico della Roma scagiona il suo numero 10 («il suo gesto rientra nei normali casi di sfottò che nel derby ci sono sempre stati. E se avesse vinto la Lazio? Magari tiravano fuori delle maglie con scritto “scudetto game over”. Fa tutto parte dello spettacolo») si pensa alle prossime cinque partite ad alta tensione che si svolgeranno all’Olimpico fino alla fine della stagione: le due della Roma contro Sampdoria e Cagliari che potrebbero valere lo scudetto, le due della Lazio contro Inter e Udinese importanti per la salvezza (e la prima non solo), e la finale di Coppa Italia che potrebbe vedere in campo ancora una volta Roma e Inter, se oggi i giallorossi si qualificheranno a Udine. Oggi si terrà l’osservatorio nazionale delle manifestazioni sportive, al quale parteciperà il ministro dell’Interno Roberto Maroni. L’ipotesi più probabile è l’anticipo alle 15 di Roma-Sampdoria di domenica prossima, prevista alle 20,45. Più difficili, ma non da escludere, provvedimenti drastici come la chiusura parziale dell’Olimpico, consentendo l’ingresso solo agli abbonati o addirittura facendo disputare gli incontri a porte chiuse. Ipotesi che le due società romane cercheranno di evitare con tutte le loro forze, avendo bisogno di giocarsi gli incontri decisivi per i rispettivi obiettivi godendo del massimo appoggio del proprio pubblico. E intanto si affievolisce la polemica politica sul tifo violento.

Ieri il solo infaticabile Enzo Foschi, consigliere regionale del Pd, ha gettato benzina sul fuoco: «Le leggi in vigore, se applicate, basterebbero e avanzerebbero pure - ha detto -. Il problema è, che a seguito di tutto ciò che accade attorno ad uno stadio, ogni volta si scatena la gazzarra mediatica, con la gara a chi si indigna di più e poi tutto torna nell’ombra fino alla violenza successive».

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