Design (e non solo) in scena a Milano

MilanoAlcuni tra i protagonisti del mondo dell’auto sono sbarcati a Milano in occasione degli eventi collaterali al Salone del Mobile. Mini è tornata nella sede storica dell’Università, in via Festa del Perdono, per l’anteprima mondiale di un progetto che l’ha vista lavorare accanto all’americana Airstream e, per gli allestimenti interni, a Fritz Hansen, designer titolare dell’azienda omonima con base in Danimarca (il marchio collegato si chiama «Republic of Fritz Hansen»). Sabbia, una tavola da surf sul portapacchi dell’auto (una Mini Cooper S Clubman), un rimorchio (Airstream) che richiama la stessa ambientazione marina, il set è davvero accattivante. «Sono molte le aziende che vorrebbero lavorare con Mini, abbiamo scelto Airstream per la forza del marchio e perché possiede un certo passato - ha rilevato il direttore generale Jörg Reimann -; senza cambiare design, riesce sempre a essere di moda, come le nostre macchine».
Sulla scelta di Milano, aggiunge: «Essere partiti da qui è un onore e insieme un buon segno: c’è sensibilità verso il design, la moda e lo stile». Color nero dominante, con accenti in neoprene e finiture verdi, un interno tutto da scoprire, la Clubman guarda espressamente allo sport e al tempo libero.
Dal mondo scanzonato dei surfisti alle suggestioni del «vento cristallizzato», create dall’architetto Sou Fujimoto. Lexus ha scelto il Museo della Permanente per un allestimento elegante e articolato, nonostante l’apparente semplicità degli ambienti interessati. Una sinfonia di suoni, luci, sensazioni visive ed emotive, che mirano a raccontare, seguendo un percorso sempre nuovo, la filosofia e i concetti-cardine alla base del cosiddetto design L-Finesse, patrimonio della casa giapponese. Centro focale dell’installazione, interamente basata sul rapporto tra il naturale (vento) e l’artificiale (il rendersi visibile entro una forma costruita) è la riproduzione in metacrilato, a grandezza naturale, del modello Lf. Una macchina trasparente e perfetta in ogni particolare.
Aitor Throup, classe 1980, è di origine argentina, ma ancora piccolo si è trasferito a Burnley, in Inghilterra. A lui, giovane ma già pluripremiato, Carlo Rivetti, titolare di Sportswear Company, società che ha nel portafoglio il marchio Cp Company, ha affidato un compito delicato: disegnare il giaccone (Goggle Jacket) per il ventennnale della «1000 Miglia». Un capo capo senza tempo, con una storia importante e realizzato con materiali tecnologici. «La Goggle Jacket è la ragione per cui sono diventato un designer - ha raccontato Throup -, a Burnley era una vera icona culturale. Per me ha un corpo e un’anima.

Non potevo cambiarne eccessivamente le caratteristiche, così ho cercato di potenziarne l’elemento funzionale». Lo speciale giaccone è apparso su un manichino, seduto al volante di un altrettanto speciale vettura, una Fiat 500 Cabrio, alla sua anteprima italiana.

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