«Il design per tutti? È solo copia-incolla»

È guerra tra i grandi marchi e gli «artisti» del copia-incolla. Carlo Guglielmi, presidente di Cosmit (società che fa capo a FederlegnoArredo), e patron di FontanaArte, non ci sta: «Spiegatemi - dice - qual è la differenza tra i falsi prodotti da qualche impresa italiana e quelli prodotti dai cinesi».
Presidente, design a portata di tutti o no? Vi accusano di rappresentare una lobby capeggiata da Montezemolo e Della Valle...
«Non scherziamo, sono in molti a sapere che cosa penso di Montezemolo, ma non è questa la sede per parlarne. Confondere un argomento tecnico-giuridico e di politica industriale con la posizione di un gruppo come Charme, non mi sta bene. In più, forse non tutti lo sanno, questo avvocato Aldo Ficcante ha un fratello che è a capo di un consorzio di copiatori professionisti dell’Aretino. Non è accettabile tutto questo. Io non ci sto, noi tutti non ci stiamo».
Forse si riferisce al comma inserito nel decreto milleproroghe...
«Anche. Qualcuno, infatti, ha pensato bene - cioè male - di inserire questo comma nel milleproroghe. Che di fatto cancella, con retroattività, qualsiasi protezione delle opere di design realizzate prima del 2011. Quindi introduce la libera copiatura, in contrasto con la direttiva Ue sui diritti d’autore che in sostanza equipara i prodotti industriali di design alle opere d'arte. Non è vero che difendendo il diritto d'autore si difende il gruppo Montezemolo e quello di Diego Della Valle. È esattamente il contrario».
Vale a dire?
«Si difende il sistema industriale, fatto di piccole e medie imprese che fanno della ricerca, dell’innovazione, del progetto d’autore e intellettuale, la loro forza. Tutto questo ha consentito di richiamare in Italia progettisti e designer tra i più famosi del mondo. Se si fa saltare il lucchetto di questo meccanismo si spiana la strada ai copiatori con gravissime conseguenze sul nostro primato mondiale conquistato con fatica».
I pezzi «originali», però, costano moltissimo...
«Ripeto: progetto, ricerca, innovazione, materiali speciali e la qualità hanno un costo. Noi dobbiamo difendere le nostre eccellenze, i posti di lavoro nelle aziende dei nostri associati. A quanto pare c’è chi sta dalla parte di quei furbetti che copiano tutto comodamente e impunemente. E non parlo solo di Le Corbusier, ma anche di Castiglioni, Magistretti, delle mie stesse lampade e di altre grandi firme del design. Perché non provano a inventare qualcosa? Certo bisogna lavorare... E investire. Rischiando. E poi, me lo lasci dire, è falso che queste aziende copia-incolla diano lavoro a migliaia e migliaia di persone. Lei sa bene che un’azienda seria, tra le più grandi del nostro settore, occupa al massimo 100 dipendenti».
Carlo Guglielmi, infine, cita un’analisi dettagliata di Cesare Galli, ordinario di Diritto Industriale all’Università di Parma, secondo il quale la norma che si vorrebbe introdurre «dovrebbe essere dichiarata incostituzionale perché in aperta violazione dell’articolo 17 della Carta sui diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Che pur non assumendo valore giuridico vincolante, «può ben valere ai fini ricostruttivi di principi generali in tema di diritti dell’uomo operanti a livello comunitario e che contiene un espresso riferimento alla proprietà intellettuale, nell'ambito di una norma limitatrice dei poteri di espropriazione». Ma che, secondo Galli, viola anche «il principio del legittimo affidamento, previsto dall’ordinamento comunitario a protezione degli operatori economici».

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