Floria Tosca, corpo e spirito, è personaggio teatrale a tutto tondo: «celebre cantante» anche nella finzione drammatica, è sempre in primo piano, fino al suo «spettacolare» abbandono alla vita dagli spalti di Castel Sant' Angelo. Amante gelosissima, ardente e sensuale, fervente cattolica ma anche decisa assassina, è lei l'unica donna sul palcoscenico. «Tosca», opera in tre atti di Giacomo Puccini dal dramma di Victorien Sardou, arriva al Carlo Felice martedì sera (ore 20.30 e fino al 22 giugno) con due grandissimi interpreti per i ruoli principali (nella «prima» e nella recita di giovedì 10), Daniela Dessì e Fabio Armiliato, entrambi di origine genovese e felicissimi di calcare di nuovo le scene del nostro teatro, «atteso ritorno in una città, cui ci lega un grandissimo affetto». E, nemmeno a farlo apposta, a pochi giorni dalla scomparsa del baritono, anche lui genovese, Giuseppe Taddei, uno dei più grandi Scarpia del secolo scorso.
Così, in un teatro che naviga a vista nella tempesta di contestati decreti governativi e agitazioni sindacali, e per di più senza nessuno al timone, è il segretario artistico Antonio Tasca che per il momento controlla la rotta, in attesa del nuovo comandante. «Tosca chiude la prima metà del nostro cartellone, con un allestimento, quello dell'Opera di Roma, davvero esemplare». Intanto, al Cda fresco di nomina, si è aggiunto Silvio Ferrari, saggista, narratore e traduttore, docente di letteratura serba, croata e bosniaca, già assessore comunale alla cultura e tra gli artefici ella rinascita del Carlo Felice; nominato giovedì dalla giunta regionale e dal presidente Claudio Burlando, la Commissione Nomine presieduta da Valter Ferrando si è riunita ieri con anticipo rispetto alle normali procedure e ha ratificato ufficialmente il suo ingresso nell'organo amministrativo del teatro. È quindi ormai questione di giorni la scelta del nuovo sovrintendente, la guida che traghetterà il Carlo Felice - speriamo - lontano dalle secche in cui è incagliato.
«Ringrazio i due protagonisti perché hanno accettato il nostro invito - continua Tasca - e soprattutto per aver risposto all'appello di sostegno del teatro per uscire da questo momento così delicato per la realtà culturale del nostro paese». Sul podio Marco Boemi, che sostituisce Järi Hämäläinen; regia di Renzo Giacchieri e scene «storiche» di Adolf Hohenstein, riprese da Ettore Rondelli. «Scene magistrali - dice entusiasta Armiliato - tutte dipinte a mano, con l'aggiunta di pochi oggetti sul palco, quelli essenziali, nulla più. Scenografia ideale per l'opera, perché non distrae e porta l'attenzione dello spettatore sul canto; una dimensione artigianale del mestiere che ormai sta purtroppo scomparendo».
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