Cronaca locale

Le detenute si fanno apostoli e inventano il loro Cenacolo

A Santa Maria delle Grazie esposte le opere delle carcerate

Le detenute si fanno apostoli e inventano il loro Cenacolo

Una foto con tredici donne e un uomo intorno a un tavolo: non tentate di riconoscerle o di scoprirne il nome, perché loro sono quelle che «stanno al di là del muro», del muro di San Vittore. Hanno scelto ciascuna una posizione: osservate bene e vedrete che la composizione vi sarà familiare. Le detenute di San Vittore interpretano il «loro» Cenacolo, una cena di passione, dolore, ma anche riscoperta di sé al termine di un percorso di due anni e mezzo che le ha condotte a confrontarsi con il capolavoro vinciano, ospitato nel refettorio della Basilica di Santa Maria delle Grazie a pochi, incolmabili passi dalla Casa circondariale.
Ora quel vuoto si è ricomposto grazie a un'idea della sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, alla collaborazione tra il ministero dei Beni culturali e quello di Giustizia, alla partecipazione del carcere di San Vittore e dell'associazione Progetto Casina, attiva da 15 anni nella casa circondariale milanese per sviluppare laboratori culturali e artistici.
«Il Cenacolo a San Vittore» da domani prende il volo: i lavori realizzati dalle detenute e ispirati al lavoro di Leonardo saranno infatti esposti in un luogo di eccezione, la Sacrestia del Bramante della Basilica della Grazie. Vi troverete anche quella foto, una sorta di Cenacolo contemporaneo, realizzata nella zona d'aria da Linda Fregni: Luca Quartana, che ha curato il laboratorio di poesia legato alla conoscenza del dipinto, veste i panni di Giuda e loro, le detenute, quelli degli apostoli.
In mostra vi sono poi ritratti, piatti artistici in ceramica e una straordinaria serie di grandi fotografie del 1908, provenienti dall'archivio della sovrintendenza, che raffigurano i volti degli apostoli di Leonardo. Il laboratorio ha accompagnato alcune di loro dal gennaio 2005. Quante? «Difficile dirlo - racconta Antonella Ortelli, di Progetto Casina -: i gruppi si aggiravano sulla decina ogni volta, con rotazioni nel caso di uscita delle detenute. Tutto è iniziato quando abbiamo esposto un poster del Cenacolo nella biblioteca del carcere e abbiamo visto che nessuna vi rimaneva indifferente».
Poche, pochissime detenute sapevano che cosa rappresentasse, ma a tutte ispirava pace: «Molte hanno individuato particolari che noi diamo per scontati», spiega Ortelli.
È poi stato il turno della sovrintendenza che, con Lorenza Dall'Aglio e Ivana Novani, ha spiegato il valore del Cenacolo. «Senza perderci nel didascalico e nell'accademico, abbiamo inteso trasmettere all'interno del carcere le emozioni che solo un capolavoro sa regalare: Leonardo ha creato un dipinto che parla a tutti, anche a donne di religione e cultura diverse dalla nostra», spiega Alberto Artioli, sovrintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio di Milano.


Il Cenacolo

a San Vittore
Sacrestia del Bramante, Basilica di Santa Maria
delle Grazie
Via Caradosso 1, fino al 15 luglio
ingresso libero (dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19)
Inaugurazione oggi, ore 18

Commenti