Ludovico Todini, consigliere comunale del Popolo della Libertà e membro della commissione sicurezza, ha analizzato i dati dellinchiesta legata ai Villaggi della Solidarietà. E ne è venuto fuori un ragionamento utile a capire che sulla questione rom cè ancora tanto da lavorare. Ma cè anche da agire secondo coscienza e con raziocinio.
Per il Comune di Roma, i Villaggi della solidarietà sono uneredità della precedente gestione. È un generoso lascito o si tratta di un fardello difficile da gestire?
«Leredità del passato è senza dubbio pesante e di graduale soluzione. Ma se definanziassimo totalmente le iniziative sulle politiche dei nomadi, avremmo un risultato nefasto e di tragico impatto cittadino».
Si spieghi meglio.
«Intendo dire che non sapremmo dove allocare i rom presenti sul territorio romano, tanto meno saremmo in grado di controllarne gli spostamenti e le loro azioni. Quindi diamo il via a un graduale decremento di risorse a loro beneficio. È la giusta azione che stiamo conducendo. Tutto ciò si deve inserire in una strategia complessiva sulle politiche dei rom. Cioè dobbiamo avere ben chiaro cosa vogliamo e dove vogliamo volgere».
Dunque lei non è per un taglio netto con le iniziative della giunta precedente?
«Certo che, nellimmediato, come spiegavo, non possiamo discostarci dal passato. Però occorre una netta virata nel medio tempo, per ottemperare al patto con la città».
Cosa suggerisce allora?
«Propongo lapplicazione della direttiva europea n. 38/2004 che stabilisce la verifica e la dimostrazione dei mezzi di sussistenza dello straniero, altrimenti ci deve essere il rimpatrio o lallontanamento dal suolo patrio; e di seguire le direttive della legge Regione n. 82/85, la quale stabilisce che i rom i quali intendano accedere al campo di sosta devono versare un contributo allamministrazione comunale con il quale concorrono alla gestione del campo. E inoltre cè da assicurare la temporaneità della permanenza stessa».
LItalia deve anche attenersi alle normative dellUnione europea?
«Ecco, devo appunto sottolineare che nel 2005 lItalia è stata sanzionata dal Comitato europeo per i diritti sociali proprio in materia di nomadi, poiché ha violato lart. 31 co. 1-2-3 e lart. E della Carta sociale europea».
Il motivo?
«Perché il nostro Paese ha trattato la questione nomadi e quella dei rom senza pianificazione e con carattere di perenne emergenza. E per linadeguatezza dei campi sosta».
Tutto così complicato?
«Guardi, non le ho aggiunto che poi cè anche la sentenza della Corte di Cassazione n. 17857/2002 con la quale si stabilisce che lappartenenza del soggetto extracomunitario alletnia nomade dei rom non costituisce di per sè leccezione alla regola generale della necessità del titolo di soggiorno».
È così difficile creare i presupposti per la cosiddetta integrazione?
«Lintegrazione avviene non certo invocando diritti, ma adempiendo ai doveri dai quali discendono diritti. Non mi sembra che i rom siano nella direzione giusta».
Diritti e doveri: qual è la sua filosofia?
«Legalità, contribuzione, temporaneità di permanenza e solidarietà dovrebbero essere i cardini della nuova politica sui rom. Allontanamenti immediati per chi delinque, per chi non è stato censito e per chi non dimostra i propri mezzi di sussistenza».
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