D&G: «Le attrici italiane sono troppo provinciali»

Gli stilisti: «Noi vestiamo solo personaggi come la Bellucci e la Ventura». La replica di Francesca Neri: «Accuse infondate»

Paola Bulbarelli

da Milano

Allegre, sorridenti, sempre di buon umore: sono le donne che non rinunciano ai piaceri della tavola.
Il piacere di un ottimo piatto è come il gusto per la vita che fa a pari con la passione con cui si affronta l’esistenza. Alla faccia di chi dice che «magro è bello», avere qualche chilo in più è sinonimo di serenità.
L’unico handicap, fino a ieri, era l’abbigliamento. Perché mai se la taglia andava oltre la 46 non si poteva trovare qualcosa di decente da indossare?
Ci hanno pensato subito i maghi della moda confezionando su misura, oltre ai capi, pure una fiera ad hoc dove trovare centinaia di proposte fashion. Si chiama «46... 52 Plusize», ed è il primo salone delle taglie comode dove non manca la sfilata.
All’interno di un grande contenitore fieristico qual è Milanovendemoda ecco il grande spazio riservato alle signore che esibiscono senza problemi fianchi mediterranei e seni che non hanno certo bisogno di ritocchi chirurgici.
La psicologia femminile l’ha pure studiata Enrico Finzi di Astra Ricerche che nel suo workshop dal titolo «Happy Body to You» (di cui si discuterà in Fiera domenica 24) ha preso in esame le taglie generose.
Da lì emerge che si tratta di «una donna con un alto potere d’acquisto ed una sensibilità moda spiccata quanto quella delle clienti dalle taglie regolari alla perenne ricerca di capi fashion, grintosi, finalmente lontani dall’immagine démodé e stilisticamente asettica dell’offerta tradizionale, che vuole vestirsi e non solo coprirsi, senza rinunciare a seduzione e femminilità».
E soprattutto, il dato innovativo, è «l’inaspettato rapporto tra peso e felicità delle donne italiane».
Altro aspetto-chiave: «Le giovani costituiscono una larga parte delle taglie over, dati che rimarcano ancora di più la necessità di avere sul mercato capi con un appeal speciale».


Un mercato molto importante: su una spesa complessiva di 9,4 miliardi di euro destinati all’abbigliamento esterno femminile, le donne con «taglie comode» incidono per il 46%.
«È in atto – afferma Carlo Bassi, ad di Expocts la società che organizza Milanovendemoda - una vera e propria rivoluzione culturale che mira a non ghettizzare più le consumatrici over».

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