«Diamo fastidio a chi si credeva intoccabile»

Marco Bertolini, un parà con i gradi da generale, è il capo di stato maggiore della missione Nato (Isaf) in Afghanistan. Da Kabul risponde alle domande del Giornale.
Gli scontri che coinvolgono i nostri paracadutisti aumentano. Cosa succede nel settore ovest dell’Afghanistan, sotto comando italiano, e a Bala Murghab?
«Adesso abbiamo più forze a disposizione, italiane e afghane, che ci permettono di spingerci in aree che prima erano molto meno controllate. Questa dà fastidio a chi si era ritagliato delle zone sicure. La reazione dei talebani, ampiamente attesa, provoca questi combattimenti».
Ieri mattina lo scontro è stato duro...
«Le unità dell’esercito afghano sono state attaccate, noi siamo intervenuti e abbiamo rimosso la minaccia. Succede quasi ogni giorno».
L’offensiva italiana continuerà?
«Le operazioni congiunte con le forze afghane proseguiranno fino a quando non ci assicureremo il controllo dell’area».
Perché è così importante Bala Murghab?
«Bala Murghab è l’ultimo tratto della cosiddetta Ring road (l’arteria stradale circolare che percorre quasi tutto il Paese, nda) di cui bisogna assumere il pieno controllo per garantire alla popolazione la libertà di movimento. La provincia di Badghis, dove si trova Bala Murghab, è un’area particolare sia per la sua conformazione montagnosa, sia per la posizione al confine con il Turkmenistan. I talebani l’hanno sempre considerata un rifugio sicuro».
Sul fronte sud del nostro schieramento stanno affluendo rinforzi americani. Prenderanno loro l’iniziativa contro i talebani?
«A Farah c’è un nostro battle group composto dal 187° reggimento paracadutisti. In alcuni distretti esiste una maggiore presenza americana, ma Farah rimane una “nostra” provincia».
Non è che lasceremo il lavoro duro agli americani?
«La nostra parte di lavoro duro la facciamo, come stiamo dimostrando al nord. I paracadutisti sono addestrati per questo tipo di missione».
Gli scontri aumentano in tutto il Paese. Il 2009 segnerà una svolta?
«Gli scontri sono aumentati in media del 30% rispetto agli anni precedenti e si registrano più perdite.

Questo per la maggiore pressione che la missione Isaf sta esercitando su tutto il territorio. Il 2009 rappresenta una svolta per l’aumento delle truppe della Nato dopo che il presidente Obama ha deciso di far gravitare l’impegno americano più in Afghanistan che in Irak».

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