nostro inviato a Monaco
Molti lo considerano leroe dellAllianz Arena, lui sorride e invita a non esagerare. In tanti lo dipingono come un «reaparecido», lui questa volta ride di gusto. Di Clarence Seedorf, da un paio di mesi, si erano perse le tracce, ma lui è riapparso sul palcoscenico di Monaco più in forma che mai e, novella Wanda Osiris, è sceso dalla scalinata prendendosi tutti gli applausi.
«Una serata così piace a tutti, noi arriviamo da lontano, abbiamo rischiato di non fare la Champions e ora siamo in semifinale», esordisce lolandese. «Erano 4/5 partite che non mi esprimevo al massimo livello, non ho fatto polemica, importante è limpegno, lapplicazione e la voglia di fare che uno ci mette. La scorsa settimana ho lavorato intensamente e i frutti si sono visti». Sulle critiche ricevute glissa elegantemente: «Fanno bene, stimolano. Dicono che sono tornato? In realtà non sono mai andato via e ieri sè visto».
Già, lo spettacolo offerto dal Milan. «Abbiamo fatto belle azioni, tutta la squadra ha disputato unottima partita, ci siamo aiutati, cè stata grande unione in campo» continua Seedorf. «Personalmente poi non posso lamentarmi: un gol e poi lassist a Inzaghi. Lo sapevo che Pippo era dietro di me e ho fatto il tacco a occhi chiusi». Sulle parole dette in campo, sulle urla di Gattuso nei suoi confronti, il numero 10 rossonero è categorico: «Le parole fanno tanto, parlare in campo è fondamentale. Il merito è del gruppo e di Ancelotti in particolare: è stato bravo a gestire le situazioni complicate. Abbiamo avuto difficoltà a inizio stagione, abbiamo rischiato anche la Champions, ma il presidente Berlusconi e i tifosi ci sono stati vicino e il merito è anche loro. Certo, vincere a Monaco è stata una grande soddisfazione, ma non è ancora finita». Non si pone limiti il buon Clarence, euforico anche per avere riconquistato la nazionale orange: «Arrivare in Champions era il nostro primo obiettivo allinizio, ora la coppa più bella è diventata un sogno e, talvolta, i sogni si avverano».
Il sogno di Seedorf e del Milan è arrivare ad Atene, ma prima cè il Manchester: «Sono loro i favoriti, da vari mesi stanno giocando bene, dobbiamo loro il rispetto che meritano, ma anche loro devono rispettare noi. Poi potremmo trovare il Chelsea o il Liverpool: coi Reds sarebbe la rivincita di Istanbul, ma nel Chelsea cè Shevchenko che è un grande amico. Però, a me importa poco chi potremmo incontrare, mi interessa invece conquistare Atene». Brillano gli occhi a Seedorf quando prende a parlare della finale: «Siamo come lItalia ai mondiali in Germania, siamo partiti piano e veniamo fuori alla distanza.
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