il dibattito sui sogni

2RITORNO AL FUTURO
Luca Josi mi ricorda

il «primo amore» socialista

Ciao Massimiliano, sarà che c'ho la malattia di seguire sempre e solo il turismo e che della politica cerco (inutilmente) di estraniarmi; sarà che a quei tempi, del Luca Josi, ero da tutt'altra parte del globo; sarà quel che sarà ma non avevo quasi mai sentito parlare di quest'uomo, a parte qualche piccolissima cosa in merito ai suoi trascorsi nei giovani del «vecchio» partito socialista, partito e leader di cui a suo tempo mi c'innamorai. Prima e anche dopo il suo esilio (di Craxi) in Tunisia.
Ebbene lo confesso, ero e sono rimasto con quegli ideali anche se (mia opinabile opinione) molti che frequentavano in Italia quel partito erano e sono rimasti/e delle gran teste di «razzo»; gente di poco conto che più il tempo passa e più ci si rende conto della loro inutilità e del loro «tradimento».Ma questo adesso non è più importante dirlo ma solo pensarlo.
Quello che invece l'è, è che ho passato quasi tutta la notte a cercare di capire questo grand'uomo e, ti giuro mio caro amico, ne sono rimasto estasiato e favorevolmente colpito.
Cavolo, questa è una carta importante e ben giocata; un asso di briscola all'ultima mano.
E se posso trovargli una pecca (com'è nel mio stile), beh, quella è che non ha mai parlato (almeno io non l'ho trovato) del turismo, ma se soltanto riesco a parlargli (mo' gli scrivo), sono sicuro che può fare l'en plein delle mie scelte.
E ciao
2GRAZIE A FACEBOOK
Quel sogno condiviso

anche dal lontano Brasile

Egregio Direttore, in relazione all'articolo apparso sul nostro giornale, ritengo significativo e gratificante, segnalarLe che, dopo aver letto il pezzo «Ho fatto un sogno», sono andato a ricercarlo su ilgiornale.it per poterlo «postare» sul mio profilo di Facebook, al fine di diffonderlo anche sul social network «più amato dagli Italiani»!... Grande risultato di commenti positivi e... dulcis in fundo, pure un commento proveniente dal lontano Brasile, dove, alcuni amici si sono trasferiti da anni ma che continuano ad amare la nostra Città e a sognare per Essa un futuro migliore in cui il «buonsenso» regni sovrano; lo stesso spirito che io cerco di mettere in ogni mia iniziativa, rimanendo sempre a contatto con la Gente, raccogliendo suggerimenti e cercando di portare avanti le loro istanze, sempre disponibile, con spirito collaborativo, per far funzionare questa amata Città.
Stefano Balleari
Consigliere comunale Pdl
2LA RIFLESSIONE
Nel nostro piccolo ognuno di noi

dovrebbe fare come i bambini

Caro Massimiliano, vorrei rispondere al tuo articolo del 15 giugno «Ho fatto un sogno su Genova» che mi è piaciuto e mi ha toccata nel vivo in quanto ha fatto leva sul lato molto sentimentale e idealista del mio carattere. Se vogliamo viaggiare con la fantasia, mi piacerebbe potere leggere il tuo pensiero e verificare che il tuo sogno sia scaturito dalla situazione contingente attuale, da una realtà che ci accomuna e che non è assolutamente rose e fiori, una realtà che non è un sogno e dietro la quale non possiamo nasconderci. Una realtà che comprende il rammarico per aver perso - come centro destra alle elezioni amministrative e poi ai referendum - dal punto di vista politico e di aver perso altresì dei principi di fondo in cui credere, dei sentimenti puri e semplici che ci fanno amare le cose più care che abbiamo, sentimenti che possono far scaturire anche il desiderio da parte di un candidato di proporsi alla direzione e gestione di una città come primo cittadino.
Per questo motivo avrei deciso di rispondere al tuo articolo e di aderire al tuo sogno dicendo semplicemente che io vorrei sognare - e vorrei che il sogno diventasse realtà - che l'amore emergesse più di ogni altro sentimento e di ogni altra cosa, amore per gli altri, amore per noi stessi in fondo, amore per il territorio e per la nostra città, amore per un senso del dovere e della responsabilità, quindi, per quegli antichi valori che vanno scomparendo in una società dell'usa e getta, amore per la coerenza e per il coraggio dei nostri pensieri e delle nostre azioni.

Non dico di auspicare di vivere in un mondo fiabesco, ma nel nostro piccolo o nel nostro «io» tutti noi dovremmo ritagliarci un momento al giorno dedicato ad una sana riflessione, un momento di solitudine per stare soli con noi stessi, un po’ come i bambini che sono soli perché vivono e godono e si divertono in un mondo a parte fatto di giochi, di immaginazione, di fantasia, di sogni, di impulsi, di ingenuità.
Roberta Bartolini

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