Il dibattito sul futuro dei moderati liguri

2SPERANZA ED ENTUSIASMO
In quella «Carta»

i valori dell’uomo
Pregiatissimo dott. Lussana, mi permetto scriverLe per manifestare la speranza e l'entusiasmo suscitatimi dalla lettura dell'intervista rilasciata dal dott. PierLuigi Vinai e pubblicata sulle vostre colonne. Speranza ed entusiasmo per i contenuti di un documento, la Carta dei Valori del Popolo della Libertà, che, senza nulla concedere al politicamente corretto, individuano nella considerazione del valore di ogni singolo uomo e nell'affermazione della di lui dignità la base di partenza di un progetto politico ad oggi rivoluzionario. Speranza ed entusiasmo per la portata di un documento che vuole raggiungere ed abbracciare non solo tutte le componenti di una coalizione politica, ma tutti gli uomini di buona volontà che abbiano a cuore la società fin dal suo irrinunciabile fondamento, la famiglia. Speranza ed entusiasmo per il coraggio di un documento che ben individua la forma attraverso cui l'uso della libertà può senza dubbio alcuno condurre alla completa realizzazione di ognuno senza svilire le uguali aspirazioni del prossimo. «Crediamo che la vera libertà significhi autonomia congiunta con la responsabilità, non irresponsabile indipendenza. La vera libertà rende infatti ogni persona responsabile delle proprie azioni in accordo con la propria coscienza di fronte alla comunità a cui appartiene ed alle generazioni future». Speranza ed entusiasmo per tanti altri concetti espressi dalla «Carta dei Valori». Il 13 e 14 aprile scorsi la schiacciante maggioranza del popolo italiano ha dato avvio ad una rivoluzione pacifica (e non pacifista!), che in pochi mesi ha già prodotto frutti sorprendenti.
Carlo Martelli
2L’APPELLO
L’intervista di Vinai
deve farci riflettere
Dopo aver letto «la carta dei valori» sarebbe difficile non condividere appieno quanto espresso dal Dott. Vinai nell'intervista del 14 novembre. Per questo il mio è un invito a tutti coloro che apparterranno al Popolo della Libertà a leggerla. Tuttavia si potrebbe semplificare ponendo attenzione alla pagina 6, dedicata ai «valori della persona». La persona che apparterrà al Pdl ripudia ogni forma di collettivismo e l'individualismo egoistico, appartiene ad una comunità dove il proprio interesse è subordinato all'autorità della comunità stessa, crede nella persona responsabile delle proprie azioni di fronte alla comunità a cui appartiene ed alle generazioni future. In questa breve sintesi trovo l'essenza dei valori che, talvolta demagogicamente, vengono spesso dichiarati in crisi. Da qui deve partire una seria riflessione collettiva e personale, poiché sono altrettanto certa che, solo persone con questa ricchezza di valori, potranno portare avanti il progetto politico che è contenuto nelle altre pagine della carta stessa, che, come la definisce realisticamente Vinai, è una «sintesi magistrale». Essa contiene le nostre radici, i valori della famiglia, le prospettive per i giovani, la sussidiarietà, le pari opportunità, i valori della pace e del dialogo tra i popoli, la difesa della nostra identità nell'accoglienza, la proposta di una società libera fatta di sviluppo economico e di solidarietà. Tuttavia credo che il vero rinnovamento del Pdl debba partire dai «valori della persona». Essi dovranno essere imprescindibili nella scelta di coloro che saranno chiamati a governare le istituzioni e ad organizzare il nuovo Partito.
Rosanna De Luca
Consigliere Fi Municipio Medio Levante
2I «FONDAMENTALI»
C’è bisogno di un partito
trasparente e giusto
Dice Pierluigi Vinai nell’intervista pubblicata dal Giornale: «Il Pdl sarà Popolare, chi non ci sta si autoesclude» benissimo... ci sto. Ma aggiungiamo senza «paroloni» strani che vede essere «trasparente» aperto e prima di tutto «giusto» e a «curriculum aperti». Giusto verso tutti coloro che operano da anni e anni in politica per un ideale senza mai chiedere e ottenere nulla senza riconoscimenti, senza medaglie neanche di «latta» ma senza i quali il Pdl non saprebbe neanche come cominciare. In altre parole «gli stupidi idealisti» che sono tanto numerosi e di cui «gli altri» si ricordano solo in periodo elettorale... A queste persone va data la «parola»... è la cosa più utile.
Beppe Damasio
Consigliere Lista Biasotti
Municipio Medio Levante
2L’INVITO
Il Pdl sciolga
il nodo Musso
Leggo oggi sul Nostro quotidiano due, fra le diverse notizie, che a mio giudizio meritano particolare interesse. Diversa è la loro incidenza ma, a modo loro, sono importanti entrambe. Da un lato, la questione Musso (che è più ristretta, nonostante sembri il contrario) ma che si trascina ormai da tempo. Premetto che sono fra coloro che hanno sostenuto la candidatura del prof. Enrico Musso al Parlamento, pensando che, presentandosi l'occasione, egli avrebbe lasciato per contendere la carica di Sindaco al candidato della Sinistra. Aggiungo che ho sempre pensato che dovesse mantenere anche il posto in Consiglio Comunale. Credo però che egli non debba sovraccaricarsi di lavoro. A me sembrava che uno specialista di logistica portuale potesse sia in sede locale sia in sede nazionale difendere gli interessi degli scali liguri e concorrere validamente alla realizzazione di progetti di miglioramento degli scali stessi in relazione all'andamento dei flussi nei molteplici settori dell'industria cantieristica e del commercio internazionale. Resto convinto che questo sia possibile e anche con risultati ottimali qualora uno specialista di valore non moltiplichi i suoi impegni. Soggettivamente è bello e gradevole occuparsi di tante cose ma forse trovare la forza di autolimitarsi è ancora meglio, anche se una persona sia in grado di occuparsi di più problemi (altrettanto se non maggiormente impegnativi). Ad ogni modo la questione proposta in termini precisi da Lussana è sul tappeto e Enrico Musso deve risolverla insieme alla dirigenza di Forza Italia. Non credo si possa fare altrimenti. Per me a parte gli ostacoli creati dall'opposizione in Consiglio Comunale resta il problema, individuato da subito, per cui le carriere troppo rapide destano generalmente fastidio e, chi le compie, deve stare attento a non fare passi falsi. C'è bisogno per le questioni portuali sia a Genova sia a Roma di Enrico Musso in un momento in cui un altro Musso (cioè Bruno, imprenditore portuale di Sinistra) dimostra di preferire (nel suo libro sul porto di Genova) che gli intellettuali stiano alla larga dallo scalo cittadino. Ha ragione soltanto se si tratta di chiacchieroni tuttologi e di politici retori.

Gli intellettuali specialisti in materia vanno più che bene perché anche se lo slogan «Il mio porto la mia città» possa apparire leggermente sopra le righe, esso è ben più reale di quanto si creda (e proprio per questo il porto non può essere abbandonato ai soli addetti ai lavori che troppo capaci di intendersela fra loro rischiano di agire in maniera notoriamente non commendevole).
Claudio Papini

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