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il dibattito sul presidente della Camera

2ESITO INEVITABILE
Il naufragio

sullo scoglio di Silvio
Egregio dott. Lussana, a forza di remare contro, Gianfranco Fini ha infine sbattuto contro lo scoglio del Cavaliere al quale è da tempo noto il desiderio dell’ex presidente di An di costruire un proprio partito. La replica di Berlusconi è stata la richiesta di dimissioni dalla terza carica della Repubblica ottenuta da Fini come PdL. Necessita un redde rationem. Se abbiamo capito come ragiona Berlusconi, per l’ex pupillo di Almirante il tramonto è vicino. Cordialità.
Area Destra Genova
Forza Nuova Genova.
2NIENTE SCUSE
Secessione archiviata,

resta solo l’invidia
Caro Dott. Lussana, l'On. Urso, che «seguirebbe» Gianfranco Fini in caso di scissione tra quest'ultimo e il premier, dichiara, quasi per giustificarsi per questo facsimile di tradimento agli elettori del centrodestra, che non voterebbe una legge che prevedesse una eventuale proposta di «dividere» l'Italia. Come se fossero solo loro a non volere la ventilata secessione, ce ne sarebbe una marea, di parlamentari e semplici cittadini, tra essi il sottoscritto, che non sarebbero d'accordo con codesta (per ora archiviata) proposta. Quindi, un tantino meno di invidia (per Berlusconi) e gelosia (per Bossi) e, come si dice, con spirito costruttivo, si vada avanti, adesso che, con o senza Lega, il centrodestra sta finalmente prendendosi le sue rivincite sui Pecoraro Scanio e sui Ferrero di cattiva memoria (nella nostra Liguria, evidentemente, per i miracoli ci vuole un po’ più di tempo...)
Cordiali saluti.
Luigi Fassone - Camogli
2DOPO LE ELEZIONI
Al guastafeste non basta

la vittoria del popolo
Ci mancava solo il guastafeste. Una bella vittoria del centrodestra già rovinata. Eppure il popolo si è espresso chiaramente, ha votato soprattutto Lega perché essa segue la volontà popolare, se ne infischia delle filosofie più o meno strambe di sinistra e di qualche cretino di destra. Diciamo a chiare lettere e una volta per tutte, che gli italiani si sono svegliati dal torpore del progressismo malato delle sinistre in cui erano piombati e si sono resi conto, alla luce del degrado civile e morale della Nazione, che la causa di tutto è stata la mala gestione di una immigrazione violenta, incontrollata, inarrestabile con le buone maniere della democrazia. Basta coi cinesi che taroccano il made in Italy, basta coi magrebini col monopolio dello spaccio della droga, basta coi rumeni col monopolio dello sfruttamento e istigazione alla prostituzione e infine basta con gli islamici integralisti, prepotenti, retrogradi, sanguinari e terroristi. Urge ritornare ad essere una Nazione civile, serena e non un ostello per stranieri senza nome, passato e fedina penale pulita.
Giorgio Fea
2I PRECEDENTI
Il solito tentativo

che si ripete
Caro Lussana, nessun uomo è perfetto e tutti abbiamo diritto alla nostra quota di difetti. Basta non abusarne, però. Il compagno Fini, l'abbiamo visto più volte, soffre di profonde crisi di invidia: con un precedente governo Berlusconi tanto tramò e insistette che riuscì a liquidare Tremonti, secondo lui troppo potente, un Tremonti che dovette poi essere richiamato. Adesso è per via della Lega, che il Nostro smania: ha gufato perché la Lega non si affermasse alle Regionali e, come sempre, gli è andata buca. E allora rovescia il tavolo e non gioca più. Non è possibile andare a votare d'urgenza? Prenderebbe una tale sberla da metterlo a cuccia per un pezzo.
Cesare Simonetti
2LA SPERANZA
Tolga il disturbo

e lasci in pace il Pdl
Speriamo che Fini tolga il disturbo al più presto. Si allei con chi vuole a sinistra, ma la smetta di rompere nel PdL. Forse lo seguiranno quattro sciagurati come lui e così almeno nel PdL ci sarà chiarezza e meno puzza di tradimenti.
Renato Alibeni
2L’ESITO DEL VOTO
Il contributo della Lega

e i «fighetti» nostrani
Caro Giornale, sbollita la rabbia della sconfitta (almeno in parte), vorrei aggiungere al dolente coro anche la mia opinione che ritengo però condivisa da molti. È tutto assolutamente vero quanto scritto dal dottor Tagliavacche circa gli aperitivi nei salotti, la presenza dell’ultima ora, i pochi reali contatti con la gente, mentre «LUI» da tre anni era ovunque inaugurando il possibile e l’impossibile, a bere un bianchino nelle bocciofile, a girare in bicicletta, a fare sfoggio del dialetto ora approdato nelle scuole per sua iniziativa. Ma quello che considero il vero fattore negativo è il non aver capito o, peggio, non aver voluto battere sull’unico vero argomento che interessa la gente: il lavoro, il miglioramento economico, il progresso evocati da manifesti come un dono di «Babbo Biasotti» e non dato dall’unico vero concreto progetto dei rozzi leghisti, cioè l’aggancio alle regioni del Nord, le uniche che avrebbero potuto dare alla Liguria assistita lo sprint per uscire dall’immobilismo.
Vorrei aggiungere anche una cattiveria.

La serata del Ducale che vedeva la presenza di 4 ministri, di Formigoni e dei due (allora) probabili governatori di Piemonte e Veneto non è stata ritenuta abbastanza raffinata dai «fighetti» nostrani che invece hanno partecipato in massa alla più elegante chiusura della campagna elettorale, alla quale hanno dato il loro contributo numerico i leghisti che, ricevuto l’ordine di partecipare, hanno ubbidito come sempre aumentando considerevolmente il successo della riunione.
Aspettiamo le comunali e ne vedremo delle belle.
Maria Federica Terrile

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