I Dico dividono i Ds. Sul tema delle coppie di fatto, a Roma manca un accordo non solo allinterno della maggioranza, ma anche fra gli esponenti del partito più numeroso in consiglio comunale, che, assieme alla Margherita, forma il gruppo dellUlivo. Tanto è vero che una delibera, che prevede listituzione di un registro delle coppie di fatto, firmata dai consiglieri Roberto Giulioli (Ds) e Gianluca Quadrana (Rnp) giace, bella e pronta, in qualche cassetto in attesa di essere portata in consiglio comunale.
Quel testo avrebbe dovuto essere discusso già a gennaio, ma è stato bloccato, per aspettare che il governo nazionale si pronunciasse sulla materia. Palazzo Chigi quel documento lha varato, ma in aula Giulio Cesare la delibera non è ancora arrivata. Eppure, sottolinea Giulioli, i «tempi sono maturi». Ecco allora linvito dei consiglieri comunali Ds Gemma Azuni, Aldo DAvach, Flavia Micci e Roberto Giulioli rivolto ai loro colleghi di partito per portare in aula quel testo. «Bastano 13 consiglieri per far arrivare in consiglio la discussione sulle coppie di fatto, quel testo deve essere discusso», taglia corto Giulioli.
La pensa diversamente il segretario regionale dei Ds Nicola Zingaretti, che pur ribadendo il suo favore ai Dico, chiede «ai consiglieri della maggioranza capitolina, e in particolare agli esponenti Ds, di farsi carico della fatica e della necessità di governare trovando dei compromessi anziché assumere posizioni di pura testimonianza che durano un giorno e procurano solo un po di pubblicità». Più o meno la stessa opinione del capogruppo dellUlivo, Pino Battaglia, il quale è «convinto che in questo momento non servano posizioni di pura testimonianza, bensì un lavoro quotidiano che consenta passi avanti concreti sul tema dei diritti». Ma per Giulioli portare in aula quel testo, significa proprio «fare passi concreti sul tema dei diritti». Intanto, discutiamone, è il suo punto di vista. Battaglia frena, dice che lui, «come capogruppo dellUlivo, ha il compito di cercare una mediazione alta fra diverse sensibilità politiche, nel mio gruppo e nella maggioranza». Ma la mediazione difficilmente si troverà allinterno del centrosinistra: parte della Margherita è contraria alla discussione di quel testo, così come lUdeur, che appoggia in pieno la linea del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Al capogruppo dellUlivo non resta che attenersi ai numeri: «Lunica cosa sicura è che per approvare qualsiasi atto in Aula non bastano né i voti dei Ds, né quelli dell'Ulivo. Ne servono 31 (la maggioranza in consiglio ha 38 consiglieri, ndr). E, soprattutto, serve una reale condivisione delle scelte. Credo che di tutto questo sia consapevole e convinto anche Roberto Giulioli».
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