Il «Didone e Enea» di Purcell secondo Pickett

Il capolavoro del Seicento inglese sarà eseguito dai «New London Consort» in forma di concerto

Pietro Acquafredda

La storia della regina di Cartagine, Didone, e della sua passione per il troiano Enea finita tragicamente, ha ispirato nel corso della storia della musica almeno un centinaio di compositori; e il solo libretto di Metastasio, intitolato Didone abbandonata, una sessantina di musicisti per altrettante partiture di opere liriche. Nella storia del melodramma, soltanto un’altra celebre coppia, composta da «Orfeo ed Euridice», potrebbe insidiare tale indiscutibile primato.
La storia dei vari libretti, tratta dal quarto libro dell’Eneide di Virgilio - non fa eccezione neppure quello di Nahum Tate di cui si servì il musicista inglese Henry Purcell per la sua Didone e Enea, stasera riproposta per la stagione dell’Accademia Filarmonica dal complesso inglese New London Consort più volte ospite in passato dell’istituzione capitolina e diretto anche in questo caso dal suo fondatore: il maestro Philip Pickett - racconta di Enea, fuggito da Troia, e approdato a Cartagine, dove si innamora, ricambiato, della regina Didone. Senonché un giorno abbandona Didone, che per questo si sarebbe data la morte, riparte da Cartagine, per raggiungere i lidi italici, dove leggenda vuole che un suo presunto figlio, Romolo, abbia fondato la città di Roma.
L’opera fu scritta verso la fine del Seicento (1689) per un collegio femminile di Chelsea, in Inghilterra, dove fu rappresentata, forse interamente interpretata da voci femminili, salvo il personaggio di Enea. Mancando il manoscritto originale, l’opera è stata ricostruita sulla base di una copia posteriore, che se risolve definitivamente il problema della struttura drammaturgica, altri ne crea, principalmente quello della distribuzione dei ruoli vocali.
Accanto alla figura dei due protagonisti, nell’opera di Purcell emerge quella di Belinda, confidente della regina, e destinataria del celebre lamento, modellato musicalmente sugli esempi dell’Arianna di Claudio Monteverdi e della Figlia di Jephte di Giacomo Carissimi.
Tuttora insoluto resta invece il rebus di un’opera che termina con la morte della protagonista, sempre evitata nel teatro del Sei-Settecento dal provvidenziale intervento del deus ex machina.


L’esecuzione dell’opera di Purcell sarà preceduta da A Banquet of Music, un breve florilegio di musiche di autori inglesi contemporanei dell’autore di Didone e Enea.
Teatro Olimpico. Questa sera alle 21.15. Henry Purcell: Didone e Enea. New London Consort. Philip Pickett direttore. Biglietti da 16 a 26 euro. Informazioni: 06.3265991.

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