Dopo dieci anni, «3» trova il primo utile. E ringrazia l’iPad

nostro inviato a Miami

Conti positivi per «3 Italia». Dopo 7 miliardi di investimenti, a 10 anni dalla nascita e 6 di attività, la società di telefonia mobile di terza generazione, che molti nei momenti più difficili avevano data per spacciata, è riuscita a uscire dalla crisi grazie anche alla solidità finanziaria del suo azionista, il miliardario cinese Li Ka-shing, proprietario di Hutchinson Whampoa, forse la società più importante nella gestione portuale al mondo. A pesare anche la determinazione dell’ottantenne Li Ka-Shing che per due anni ha seguito ogni mese in videoconferenza gli obiettivi raggiunti da «3 Italia». «In tre anni - ha spiegato l’ad Vincenzo Novari, che ha seguito la società fin dall'inizio - siamo riusciti a passare da 400 milioni di perdite al profitto che sarà pari a qualche decina di milioni e sarà comunicato a fine marzo. Adesso dobbiamo investire e dare fiducia alla forza vendite. Per questo abbiamo organizzato una convention a Miami, invitando mille dei nostri 4.500 venditori che gestiscono i nostri punti vendita in Italia».
E quello che più conta, secondo Novari, è che tale risultato sia stato conseguito senza licenziare (solo esodi incentivati) o ricorrere alla cassa integrazione. «Ora vogliamo aprire altri 500 negozi in Italia entro giugno - ha aggiunto - investendo 50 milioni. Sulla rete investiremo invece 500 milioni in tre anni. E forse apriremo anche un nuovo call center dando lavoro a 300-400 persone. Se abbiamo raggiunto buoni risultati lo dobbiamo anche ai nostri call center che lavorano in modo diverso dagli altri». In «3», infatti, ogni cliente è seguito sempre dalle stesse persone che sono investite della responsabilità di farlo restare fedele al gestore, con il duplice risultato di lavorare in maniera meno spersonalizzante rispetto alla logica del call center e avere premi se i clienti sono soddisfatti.
Ad aiutare «3», oltre al lavoro dei call center e al taglio dei costi, c’è stato anche l’incremento del traffico dati grazie a Facebook e ai social network. «Nel 2009, in 6 mesi, siamo passati da 20 a 40 terabite di traffico al giorno - ha detto Novari -; sui dati abbiamo una quota del 30-35%. Quindi, siamo quasi alla pari con Tim e Vodafone che hanno il triplo di clienti rispetto ai nostri (30 milioni contro 10, ndr). Questo grazie a offerte molto vantaggiose come quella per l’iPad (5 euro al mese per 3 GB di traffico). Il risultato è che il 60% degli iPad italiani funzionano con una nostra sim». A Miami, «3» ha presentato anche nuovi prodotti: un sistema che permetterà agli utenti di controllare il livello di spesa sugli abbonamenti, nuove tariffe per gli extracomunitari per chiamare all’estero (con in omaggio una copia della Costituzione italiana nella loro lingua) e una famiglia di sistemi per collegare la rete mobile ai pc di casa creando una rete wi-fi a basso costo.

Quanto alla gara frequenze, per Novari il prezzo d’asta fissato a 2,4 miliardi è troppo alto. «Non solo per noi - osserva - ma anche per gli altri. Si rischia che la gara vada deserta. Si dovrebbe partire dalla metà di quel valore».

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