Lo Stradivari delle piste è pronto a rinascere a nuova vita. Ad annunciarlo è lassessore allo Sport del Comune, Alan Christian Rizzi che ha già pronto un accordo con la Fci, la Federazione ciclistica italiana, per fare del Velodromo Vigorelli, intitolato nel 2000 al mitico Antonio Maspes, un centro federale per la promozione e la pratica del ciclismo.
Un legame che arriva da lontano quella tra Milano e le due ruote. Fatta di grande amori dato che qui sono nate molte delle prime fabbriche come Turri e Porro (1873), Bianchi (1881), Prinetti e Stucchi (1892) e Dei (1893), ma anche di divieti. Perché forse non tutti sanno che la febbre del pedale colpì la città già negli anni Settanta dellOttocento e lamministrazione cercò di imporre ai velocipedi che si stavano moltiplicando vertiginosamente, un divieto di circolazione entro la Cerchia dei Navigli. Un antenato dellEcopass, anche se i ciclisti non inquinavano. Ma erano ugualmente considerati molto pericolosi. Un divieto che fu presto travolto dalla passione dei pionieri. Passione che ha stretto un nodo in gola a chi si fermò a guardare lo sfacelo dopo quella nevicata del gennaio 1985 che fece crollare la tettoia che ricopriva le tribune del Vigorelli sul parquet della pista. Fu linizio della fine.
Ora la svolta. Dopo tanti sogni e promesse mancate, lassessore Rizzi ha pronto il nuovo progetto. «Abbiamo pensato a lungo - spiega - cosa poterne fare. Scartata lipotesi del palazzetto, credo che la cosa migliore sia offrirlo alla federciclismo perché ne faccia un centro allavanguardia. Con strutture allaltezza e istruttori qualificati». I soldi ci sono. Sono i 10 milioni di euro dovuti per gli oneri di urbanizzazione dovuti da CityLife per ledificazione del nuovo quartiere lì dove sorgeva la vecchia Fiera. Risorse che Palazzo Marino ha già deciso di destinare al Vigorelli per la sua riqualificazione. Una struttura che ha bisogno di un restyling che la faccia tornare a essere la Scala dei pistard. Ma non solo. «Basta utilizzare il Vigorelli solo per grandi, ma sporadiche manifestazioni - aggiunge Rizzi - Questa struttura che fa parte della storia di Milano deve poter essere utilizzata oltre che dagli atleti agonisti, anche da amatori e appassionati. Sette giorni su sette. Aperta a tutti, soprattutto ai bambini che potranno essere guidati da insegnanti federali imparando ad andare in bicicletta in un luogo protetto. E magari frequentare anche dei corsi di educazione stradale».
Un progetto per il Vigorelli che, finalmente, non sembra campato per aria. La federazione ha già fatto i primi sopralluoghi e approvato la proposta. Spetterà a lei, infatti, contribuire economicamente quando i 10 milioni di euro del Comune non basteranno, ma soprattutto a lei toccherà la gestione dellimpianto.
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