Si tratta dei nove martiri di Almería, diocesi posta in una delle zone più povere della Spagna. Lo scenario è quello della guerra civile. Due degli uccisi, tutti nel 1936, erano vescovi. Uno, Diego Ventaja Milán, era proprio il vescovo di Almería, consacrato appena un anno prima. Era legato da stretta amicizia con Manuel Medina Olmos, vescovo di Guadix-Barca dal 1928. I due vennero fucilati insieme. Luno aveva cinquantasei anni, laltro sessantasette. Gli altri sette martiri erano Fratelli delle Scuole Cristiane. Prelevati dai miliziani e incarcerati, vennero fucilati a scaglioni a distanza di pochi giorni. I loro nomi: Bienvenido Villalón Acebrón (fratel Aurelio María, direttore del collegio di Almería, quarantasei anni), Bonifacio Rodríguez González (fratel José Cecilio, cinquantun anni), Isidro Primo Rodríguez (fratel Edmigio, cinquantaquattro anni), Justo Zariquiegui Mendoza (fratel Amalio, trentaquattro anni), Marciano Herrero Martínez (fratel Valerio Bernardo, ventisette anni), Adrián Sáiz Sáiz (fratel Teodomiro Joaquín, ventinove anni), Eusebio Alonso Uyarra (fratel Evencio Ricardo, ventinove anni). I corpi dei nove vennero cosparsi di benzina e bruciati. Ma quei poveri tizzoni furono poi recuperati dai fedeli e inumati nella cattedrale di Almería. Nel 1993 sono stati beatificati da Giovanni Paolo II.
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