da Milano
La partita del gas si gioca anche con le dichiarazioni, in commissione alla Camera o alla radio. E sulle versioni di quanto è stato detto: in palio ci sono miliardi di metri cubi (e di euro). LEni si aspetta dal governo un provvedimento che «riduca i ritiri di gas da parte del settore elettrico, responsabile nel corso degli ultimi mesi di importanti ritiri che hanno diminuito i nostri stoccaggi di sicurezza» ha affermato lad dellEni, Paolo Scaroni, nellaudizione, ribadendolo in unintervista alla Rai. Due le interpretazioni: che Scaroni sostenesse unicamente la necessità di variare il tipo di combustibili utilizzati dalle centrali, oppure che puntasse il dito contro le esportazioni di elettricità che hanno fatto salire la richiesta di gas. Nel secondo caso, sembra, secondo indiscrezioni, senza molto successo in commissione, dove gli sarebbe stato replicato che lUnione europea non permetterebbe mai che si impedissero le esportazioni, ovvero, il libero mercato. Questa interpretazione viene però smentita da fonti Eni. Secondo queste ultime, Scaroni si è limitato ad avvertire solo che è necessario ricorrere allolio combustibile: «I nostri stoccaggi stanno scendendo, in questo momento non ci possiamo permettere di utilizzare solo gas per la produzione di elettricità - ha detto lad Eni -, la situazione merita una grande attenzione». Ben altro tema quello affrontato da Edison: se lEni deve difendere il suo territorio, Foro Buonaparte deve conquistarselo. La situazione rimarrà critica per almeno due anni, fino a quando non sarà inaugurato il terminale di rigassificazione della Edison a Rovigo, ha annunciato lad di Foro Buonaparte, Umberto Quadrino. E Quadrino ha giocato anche unaltra carta: «Allinterno del nostro Paese rimane una forte asimmetria tra gli operatori nel mix delle fonti di produzione, con possibili effetti distorsivi a livello competitivo». Lallusione allEni è sembrata trasparente. Insomma, il mercato è arrivato davvero e non è fatto solo di concorrenza sui prezzi e nelle offerte.
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