Dietro falsi «affittasi» le agenzie immobiliari del sesso estremo

La loro diffusione in città era talmente capillare, duratura e consolidata che, ormai economicamente molto agiati, avevano cominciato ad abbassare la guardia. E non si erano preoccupati (o forse semplicemente non se ne erano neppure accorti?) quando, un paio di anni fa, avevano aperto una delle loro numerose «sedi» in un palazzo ad appena due numeri civici di distanza dal commissariato Monforte-Vittoria, in via Carlo Poma. Contrariamente ai poliziotti del commissariato che, notato l’inconfondibile via vai di clienti e di vistose ragazze dell’Est Europa, avevano pensato di vederci chiaro. Riuscendo a scoprire quello che ieri mattina, presentando i risultati della loro indagine iniziata nel 2006, non hanno esitato a definire un vero e proprio tentacolare franchising della prostituzione. Con 300 appartamenti sparsi in tutta Milano e che - forniti in affitto a 1500 euro al mese e a insaputa dei loro proprietari da due note agenzie immobiliari di via Panfilo Castaldi e di via Carlo Forlanini, a un gruppo di una quarantina di giovani prostitute e a qualche trans - erano dotati di ogni confort, attrezzature e svariati tipi di abbigliamento per accontentare gli amanti del sesso alternativo, sadomaso e molto, molto hot, scambi di coppie e ammucchiate comprese.
Una clientela trasversale ed esigente, disposta a pagare da 200 fino a 2mila euro a prestazione per passare qualche ora molto trasgressiva in compagnia di ragazze davvero disinibite e pronte un po’ a tutto (come dimostrano gli annunci su internet) pur di portare a casa qualche migliaio di euro al mese e, magari, riuscire anche a pagarsi gli studi universitari. Giovani donne dell’Est tra i 18 e i 21 anni che, tra i loro compiti, avevano anche quello di pagare «in natura» (questa la ricompensa pattuita con i titolari delle agenzie) un ex geometra 40enne che faceva da intermediario tra loro e le immobiliari.
Al termine dell’indagine, divisa in due differenti filoni a seconda delle zone dove erano dislocate le case d’appuntamento (34 le vie milanesi coinvolte), gli investigatori guidati dal dirigente Edmondo Capecelatro purtroppo non sono riusciti ad arrestare i 12 italiani controllati e facenti parte del giro delle agenzie immobiliari con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, ma solo a denunciarne cinque per favoreggiamento della medesima attività attraverso la quale uno di loro, nel corso degli anni, è riuscito a comprarsi ben 20 appartamenti.

Dei circa 150 appartamenti considerati «davvero sospetti», solo 71 sono stati controllati e, in tutto, appena 12 sequestrati perché «palesemente coinvolti nell’attività delle prostitute».
Tra chi si dedicava alla prostituzione, poi, sono stati denunciati 36 ragazze e 5 transessuali brasiliani (uno solo arrestato per inosservanza all’ordine di espulsione dal territorio dello stato, ndr).

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