Dietro front di Tursi: in via Mignone niente case ai rom

Altolà alla concessione di alloggi agli zingari in via Mignone, a Sampierdarena: è il primo, importante risultato ottenuto dai cittadini e dalle forze politiche che, da subito, hanno solidarizzato contro il diktat del Comune, deciso a imporre la residenza di due famiglie nomadi traslocate dal campo della Foce. «Volevamo impedire un autentico sopruso e un insulto giuridico. E ci siamo riusciti» spiega il consigliere comunale di Alleanza nazionale Giuseppe Murolo che si è battuto a spada tratta «contro il tentativo demagogico del sindaco Giuseppe Pericu di insediare alcune famiglie dei nomadi della Foce nel quartiere». E ieri, il consigliere di An ha ottenuto assicurazioni dall’assessore Paolo Veardo «che le due famiglie nomadi saranno alloggiate in altra zona».
Nella sua battaglia, Murolo ha trovato terreno fertile anche per l’incessante opera di sensibilizzazione condotta in questi giorni da Fabio Costa, Forza Italia, consigliere della circoscrizione Centro Ovest: «È presto per cantare vittoria - sottolinea Costa -, ma possiamo dire di aver già fatto un importante passo avanti. In ogni caso, ho chiesto per iscritto al presidente del parlamentino, il diessino Domenico Minniti, di mettere all’ordine del giorno della prossima seduta del consiglio la questione-alloggi ai nomadi. È significativo - conclude il consigliere di Forza Italia - che a firmare l’ordine del giorno dei rappresentanti dei partiti del centrodestra (i consiglieri Interligi, Medone e Tortello), per arrivare all’immediato allontanamento degli zingari e avviare un discorso corretto con i residenti del Campasso in tema sicurezza, siano stati anche i rappresentanti di due comitati di cittadini vicini alla sinistra che non si sentono rappresentati e tutelati dai loro partiti tradizionali: un segno delle contraddizioni che agitano la maggioranza in Comune e nella circoscrizione. Al di là delle polemiche di parte, comunque, meglio sarebbe se si realizzasse il più ampio consenso sul problema nomadi, affinché ne possa tenere buon conto il vertice di Tursi per le decisioni finali». Costa ricorda infine che «una famiglia nomade ha rinunciato, e l’altra non gradiva la sistemazione in via Mignone. La doppia circostanza, quindi, può favorire l’esito della questione. Ma ora vogliamo garanzie che Tursi non mandi i sostituti...».
Nel frattempo, aggiunge Murolo, godiamoci questo risultato: nel corso dell’assemblea in cui erano presenti i 16 proprietari di appartamenti appena acquistati - a prezzo di mercato - dal Comune di Genova, lo stesso Murolo, Costa e Interligi hanno verificato come l’avvocato Massimo Benoit Torsegno fosse pronto a intraprendere azione legale, a nome degli stessi proprietari degli alloggi, per tutelare gli interessi legittimi lesi dall'operazione-nomadi. «È chiaro - insiste Murolo - che chi ha acquistato a prezzo di mercato un appartamento in un edificio, mentre nel medesimo edificio un appartamento simile è stato assegnato a una famiglia di zingari, ne riceve un danno economico significativo e immediato, legato alla svalutazione del bene».


Da qui, i presupposti per l’azione legale, a difesa dei cittadini, come avevano del resto già garantito nei giorni scorsi il capogruppo di An in Regione, Gianni Plinio, e il consigliere di circoscrizione Virginio Poletti, pienamente solidali con Murolo nello schierarsi a tutela dei diritti dei residenti. A scanso di equivoci, però, «Alleanza Nazionale e gli abitanti di via Mignone - conferma in chiusura Murolo - mantengono alta la vigilanza su eventuali ripensamenti».

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